Sono tante le buone ragioni per le quali vale la pena di prendere in considerazione l’ipotesi di cominciare un percorso di psicoterapia: per scoprirle tutte abbiamo dialogato con la dottoressa Silvia Parisi, psicoterapeuta di Torino.
Dottoressa Parisi, bisogna per forza essere malati per sottoporsi a un iter di psicoterapia?
Certamente no, anche perché in realtà la psicologia non prevede una distinzione tra i soggetti sani e quelli malati. Essa, al contrario, si limita a sottolineare che la vita di ogni persona può essere caratterizzata da difficoltà a cui si deve far fronte: difficoltà che possono essere di tipo esistenziale, di natura relazionale o di carattere emotivo. Si può ritenere la psicoterapia uno spazio utile per pensare.
In che senso?
Proviamo a far mente locale e pensiamo alla società in cui viviamo, che è contraddistinta da un paradosso palese. Le persone tendono a pensare molto; tuttavia pensano in un modo che si potrebbe definire quasi clandestino, nel senso che a dominare sono i valori sociali che esaltano il prodotto, il risultato e l’importanza dell’azione. Invece, durante una psicoterapia si ha l’occasione di pensare con calma, senza correre il rischio di apparire fuori dal tempo o bizzarri. D’altro canto, la caratteristica peculiare della psicoterapia è proprio la sospensione del giudizio: nessuno è simpatico o antipatico, capace o incapace, buono o cattivo, e così via.
Qual è il suo modus operandi in questo ambito?
Quello che intendo proporre è un percorso di crescita personale, grazie a cui i miei pazienti acquisiscono gli strumenti che sono necessari per avere più fiducia in sé stessi e, quindi, per volersi bene. Lo scopo di ognuno di noi è quello di diventare una persona migliore, magari grazie a una forza interiore da scoprire o riscoprire con il supporto della psicoterapia.
Se dovesse illustrare le peculiarità più significative della psicoterapia, da dove inizierebbe?
Prima di tutto ci tengono a precisare che non esistono contenuti che in psicoterapia non possano essere confessati. È il paziente che decide che cosa vuole rivelare della propria vita: egli non viene in alcun modo costretto o forzato a svelare ciò che non intende confessare. D’altro canto, ha la massima libertà di parlare di tutto, anche di argomenti sensibili o di situazioni della sua esistenza di cui nessuno è a conoscenza. È dovere del terapeuta non farsi condizionare dai contenuti con cui entra in contatto e, soprattutto, evitare qualunque genere di valutazione morale. Quindi, in psicoterapia ci si può sentire liberi, andando a fondo nelle sofferenze più personali o esplorando fantasie particolari.
Quali sono gli obiettivi della psicoterapia?
In realtà è il paziente stesso a stabilire gli obiettivi di questo percorso, così come la sua durata. È lui ad avere la piena coscienza delle proprie esigenze, ma anche dai traguardi che si propone di raggiungere: lui, insomma, sceglie cosa fare e dove arrivare. Per altro, il tempo in psicoterapia può essere fermato. Ciò vuol dire che si ha l’occasione di fermarsi a pensare, riflettendo sulla propria condizione cognitiva e sulle proprie emozioni, non dovendo preoccuparsi di una eventuale scadenza o di chissà quale obbligo. La fretta può essere accantonata, come pure la frenesia che nostro malgrado condiziona la nostra vita di tutti i giorni.
Ma si risolvono anche problemi concreti in psicoterapia?
Sì, ma si deve sempre partire dal presupposto che non ci sono temi scontati e non esistono obiettivi che hanno scarsa importanza. Ecco perché, volendo, si può concentrare la propria attenzione anche su un problema pratico o su una decisione che solo in apparenza ha poca rilevanza. La stessa organizzazione della vita di tutti i giorni è destinata a condizionare le esperienze degli individui, e quindi merita di essere oggetto di riflessione. In effetti la psicoterapia serve in modo particolare ad approfondire la conoscenza di sé stessi. Entrando nel dettaglio della psicoterapia cognitivo-comportamentale, in particolare, vengono affrontati i sintomi da cui scaturisce la sofferenza psicologica; al tempo stesso, il paziente ha modo di cogliere i meccanismi di funzionamento che la caratterizzano. Esplorarsi fino in fondo non è semplice, ma è un risultato sempre apprezzabile.
Uno sguardo al presente ma anche al futuro, insomma.
Sì, perché con la psicoterapia si è anche in grado di proiettarsi verso il domani e di sviluppare dei progetti. Il paziente si può domandare come vorrebbe che fosse impostato il suo futuro, di che cosa ha bisogno e cosa desidera: ottenendo delle risposte a tali interrogativi, ha meno difficoltà nel mettere a punto i propri progetti personali. Ci tengo a precisare, in conclusione, che il terapeuta non è un soggetto freddo, ma una persona: di conseguenza quella che si sviluppa nel corso della psicoterapia è una relazione umana, da cui si genera una vera vicinanza empatica.