Pietro Zullino: una vita per la scrittura. Percorsi di memoria, tra giornalismo, storia e letteratura di un arguto bastian contrario
Pietro Zullino, scrittore e giornalista, scomparso nel 2012, potrà essere soddisfatto per questo libro a più mani a lui dedicato e curato amorevolmente da Gianfranco Giustizieri. Già nel titolo è presente tutta l’essenza dell’esistenza dell’uomo e del giornalista: Pietro Zullino. Una vita per la scrittura (Carabba Editore, Lanciano, 2013, pagg. 254, € 18,00) con il contributo di quattordici autori (Colacito, Falconi, Fiorani, Gargiulo, Garzia, Giustizieri, Graziani, Harrison, Jori, Lanucara, Mariani, Samaritani, Simonetti, Tocci).
Giustizieri, che con Pietro Zullino ha intrattenuto un rapporto d’amicizia breve ma intenso, nella prefazione ne traccia un essenziale ed efficace profilo da cui emerge una sottile nostalgia per l’amico e il professionista che ha riservato oltre quarant’anni della sua vita alla scrittura.
Direttore del Roma, inviato e capo redattore di Epoca, direttore de Il Settimanale, autore di libri inchiesta e di romanzi. A suo modo anticonformista e per certi versi uomo scomodo. Infatti, in piena congestione ideologica degli “anni di piombo” si rinvenne in uno dei covi delle Brigate Rosse una lista di giornalisti da sacrificare alla causa tra cui compariva anche il nome di Pietro Zullino.
Sotto la sua lente d’ingrandimento sono finiti personaggi come Achille Lauro o Don Sturzo, epoche storiche come ne I sette re di Roma o in 25 luglio sulla crisi del regime fascista, reportage come fu Guida ai misteri e ai piaceri di Palermo in cui il fiuto del cronista, siamo nel lontano 1973, coglie le prime avvisaglie delle infiltrazioni mafiose nella politica.
Abbiamo detto libro a più voci. Ogni autore (in tutto tredici) si è occupato di un’opera di Pietro oppure ne ha riportato ricordi personali che hanno conferito al libro, soprattutto quest’ultimi, un che di vitale diluendo quel senso strettamente commemorativo che non avrebbe reso piena giustizia alla sua complessiva attività giornalistico-letteraria ed umana. Non per questo meno esaustivo di un cammino cultural/intellettuale lungo e tanto onnicomprensivo da poter trarre dalle variegate pagine di Pietro Zullino l’espressione di un carattere nazionale contraddittorio, controverso e contraddistinto da luci ed ombre, connotato da compromissioni tanto spesso risanatrici di fratture pericolose, di vuoti di sistema, di estremismi politici, di astrattismi inconcludenti. Del resto lo pone in risalto anche Gianfranco Giustizieri nella prefazione, scrivendo: «Un caleidoscopio di personaggi e fatti, di incontri tra passato e presente, di interpretazioni di realtà storiche e verità nascoste, d’indagini come lettura delle contraddizioni umane, d’invenzioni narrative come contrappasso al potere della storia ufficiale, di necessità culturali per andare oltre la notizia».
Sì, Pietro Zullino ha varcato con le sue intuizioni i labili e sfumati confini della cronaca. Cronaca che nella quotidianità dei “fatti” talvolta è presupposto, per chi sa leggerla ed interpretarla, per l’individuazione di possibili sviluppi futuri, di possibili tratti distintivi della società. E Pietro Zullino, che aveva la vista lunga del marinaio, sapeva identificare con la sua personalissima sensibilità.
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