Oggi ci andremo ad occupare del pignoramento presso terzi, vedremo di che cosa si tratta e quali sono le varie procedure.
Pignoramento Presso Terzi 2019: che cos’è? Come funziona? Come si fa?
Il pignoramento presso terzi è un atto che vede un creditore entrare in possesso di alcuni beni che prima erano di un suo debitore e che ora sono in possesso di terzi. I terzi non sono solamente persone fisiche, anzi spesso si tratta della cessione del quinto dello stipendio della persona debitrice, oppure il pignoramento della pensione, ad esempio. Detto in parole più semplici possiamo dire che, a colui che è debitore, viene sottratta una parte di stipendio o di pensione per procedere con il risarcimento presso la persona che gli è stata creditrice (ovviamente nei due casi che abbiamo preso in considerazione). Poi vi possono essere anche altri tipi di beni che possono essere pignorati.
Ci può inoltre essere il caso in cui questo pignoramento venga fatto su dei crediti che il debitore in questione ha nei riguardi di una terza persona. Dunque non vi è un solo tipo di pignoramento presso terzi. Ci sono alcune cose che però dei crediti che non possono essere pignorati, e sono quelli alimentari, quelli che riguardano i sussidi di garanzia e quelli che riguardano i sussidi per le persone che hanno delle difficoltà economiche e quelli che riguardano casi speciali come ad esempio la maternità.
Questo debito viene notificato tramite una cartella esattoriale al debitore in questione, tramite l’Agenzia delle Entrate. La notifica del pignoramento però, non viene fatta solamente a colui che è in debito, ma anche a colui che è debitore del debitore, poiché sarebbe lui in questo caso il terzo in questione che deve essere pignorato. Vediamo adesso insieme che cosa succede nel momento in cui prende avvio l’atto di pignoramento.
Colui che deve essere risarcito dunque, può procedere con l’atto di precetto nei confronti di colui che gli è debitore. Dopo aver ricevuto questo atto, fra il decimo ed il novantesimo giorno da quando lo si è ricevuto, colui che è creditore – come abbiamo detto in precedenza – può notificare il pignoramento sia al debitore che alla persona o ente terzo, pignorato dunque a sua volta. Questa terza persona o ente dovrà comunicare poi quali sono tutti i suoi debiti nei riguardi del debitore primario in questione. Se questa comunicazione non avviene, sarà fissata un’udienza dal giudice competente, per comprendere se davvero ci siano questi debito oppure no. Se questo terzo chiamato in causa, non si presenta neanche davanti al giudice, quest’ultimo procederà in maniera automatica, richiedendogli di pagare le cifre che gli sono state richieste a colui al quale spettano dunque di diritto.
Per essere ben scritto e soprattutto avere valore, un atto di pignoramento deve contenere le seguenti caratteristiche ed informazioni. Ci deve essere l’ingiunzione a non compiere degli atti dispositivi su quegli specifici beni sui quali si desidera richiedere il pignoramento. Devono essere ben indicate le somme ed i beni dovuti. Deve essere indicato l’indirizzo PEC del precedente creditore. Deve essere presente anche il giorno preciso dell’udienza con la citazione per la comparsa del debitore davanti al giudice.
Queste sono solamente alcune delle informazioni principali e generiche in merito a quello che è un atto di pignoramento e a quello che dovrebbe contenere al suo interno. Ogni caso specifico può avere delle particolarità differenti o delle esigenze particolari che lo possono differenziare dagli altri. Dunque, per qualunque tipo di informazione o chiarimento, è sempre opportuno rivolgersi ad un legale di fiducia e competente che sappia indirizzarvi nella spiegazione di questa procedura o addirittura – se fosse il caso – che sappia accompagnarvi nella causa dell’atto di pignoramento.
Pignoramento Presso Terzi: a quanto ammonta il contributo unificato?
Il contributo unificato sappiamo essere una tassa che gli italiani si trovano a pagare per quanto concerne le spese degli atti giudiziari, sia che essi siano dei procedimenti penali, sia che siano amministrativi oppure civili. Dunque anche per quanto concerne l’atto di pignoramento presso terzi di cui oggi ci stiamo occupando e tutto il suo iter giuridico, sono presenti delle tasse da pagare.
Il contributo unificato deve essere pagato nel momento in cui si fa l’atto ufficiale che richiede il pignoramento presso terzi, ovvero l’atto a ruolo. Il pagamento del contributo unificato non è uguale per tutti quanti, ma varia a seconda di alcuni parametri. Vi sono infatti delle suddivisioni di fasce di prezzo da dover seguire per poter capire quale cifra si deve andare a pagare. Ciò avviene perché quando ci si trova all’interno di un processo civile ci sono delle spese da dover sostenere, fra cui questa. La prima cosa consigliabile è comunque quella di rivolgersi ad un buon avvocato.
Vediamo ora insieme le differenti fasce di pagamento, che possono variare di molto l’una dall’altra in base al processo. Se il processo civile ha un valore che non supera i 1100,00 euro il contributo unificato da pagare sarà pari a 43,00 euro. Se invece il processo ha un valore che oscilla fra i 1100,00 euro e i 5200,00 euro, il valore del contributo unificato da pagare sarà pari a 98,00 euro. La terza fascia che prendiamo in considerazione è quella che invece parte supera i 5200,00 euro ed arriva ai 26000,00 euro. In questo caso la cifra che si dovrà andare a pagare nella tassa del contributo unico arriverà a 237,00 euro. Se il processo civile invece rientra nella fascia economica che va dai 26.000,00 euro ai 52.000,00 euro il prezzo da pagare per il contributo unificato sarà pari a 518 euro. La fascia successiva invece arriva fino ai 260.000,00 euro e prevede un pagamento della tassa del contributo unificato pari a 759 euro. Con le prossime due fasce di pagamento invece, vediamo che il contributo unificato supera anche i mille euro. Nel caso in cui infatti il valore del processo civile oscillasse fra i 260.000,00 euro e i 520.000,00 euro, il pagamento della tassa arriverebbe a 1.214,00 euro, mentre nel caso in cui superasse i 520.000,00 euro la tassa arriverebbe ad un totale di 1.686,00 euro. Queste sono le fasce di prezzo per quanto riguarda il contributo unificato in questo nostro caso.
Vi è poi anche l’ipotesi in cui queste fasce di prezzo possano salire ancora di più, come ad esempio aumentare del 50% o addirittura raddoppiarsi. Ciò dipende dal grado di giudizio, ma è raro che si passi in processi di secondo grado o addirittura in cassazione per dei processi come quelli di cui ci stiamo occupando oggi.
Per ogni chiarimento in merito, è sempre bene rivolgersi al proprio legale di fiducia che saprà spiegare in maniera dettagliata e puntuale tutto ciò che non risulta essere molto chiaro.
Pignoramento Presso Terzi: di chi è la competenza territoriale?
Non tutti sanno che ogni causa giuridica ha un tribunale di competenza, che non è per tutte lo stesso. Per quanto riguarda una causa di pignoramento presso terzi, il tribunale competente è quello della circoscrizione della persona che è debitrice. Ci sono poi degli specifici casi in cui è possibile trovare delle differenze. Uno di questi è ad esempio il caso in cui il debitore non risieda in Italia ma all’estero. In questo caso emerge un problema anche dal punto di vista della legislazione, soprattutto in merito alla competenza territoriale.
Possiamo vedere che, nel caso in cui colui che è debitore non risieda in Italia, la competenza territoriale dovrebbe essere del giudice del luogo dove sono allocati i beni mobili, dunque in questo specifico caso il giudice del luogo in cui il terzo ha i suoi beni.
Vi sono poi molte particolarità e possibilità di azione. Le controversie giuridiche possono prendere una piega più complicata. È per questo motivo che, per qualunque tipo di dubbio è meglio rivolgersi ad un legale che sappia come indirizzare la questione e sappia spiegare al meglio al suo cliente come stanno procedendo le cose e, nel caso in cui fosse necessario, gli spiegasse di chi è la competenza territoriale in quello specifico caso in cui essi si trovano e per quale motivo.
Pignoramento presso terzi: qualche informazione su Equitalia
Dopo che è stato fatto l’atto di pignoramento, l’Equitalia lo notifica indicando ovviamente la cifra di denaro della quale si sta parlando. All’interno dell’atto ci deve essere l’ordine a colui che viene pignorato (la terza persona o ente) di pagare la somma dovuta al creditore in questione. Nel momento in cui colui che deve pagare riceve l’atto, può scegliere fra due possibilità.
La prima possibilità è quella di fare un’istanza in autotutela mentre la seconda possibilità prevede di opporsi facendo riferimento alle autorità competenti. Per quest’ultima strada vi è un limite di tempo indicato entro il quale è possibile opporsi, ed è quello di 20 giorni.
Per qualunque informazione dal punto di vista della legislazione che possa essere il quanto più possibile dettagliata, è sempre bene rivolgersi ad un legale. Lo stesso ovviamente vale nel caso in cui ci si ritrovi coinvolti in un caso di pignoramento e quindi si debba procedere legalmente con una causa in tribunale.