A seguito della pandemia causata dal Covid-19 e dalla conseguente crisi globale, anche i Paesi Europei non sono stati risparmiati e ne hanno risentito a livello economico, sociale e sanitario. In diversi paesi il popolo ha mostrato il proprio malcontento a suon di scioperi e proteste per far arrivare ai vari governi la loro voce e per far capire che era ed è necessario che qualcosa cambi per tornare a vivere la propria vita come prima che tutto ciò accadesse.
In questo modo, il 27 maggio 2020 a Bruxelles in una riunione della Commissione Europea è stato presentato un piano economico per la creazione di un fondo monetario da 750 miliardi di euro che possa sostenere i Paesi Europei e gli effetti derivati dalla crisi, il Next Generation EU.
Acronimo PNRR: significato lettera per lettera
Il PNRR, letteralmente Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è il piano creato dal Governo Italiano per l’organizzazione e lo stanziamento dei fondi previsti dall’Unione Europea come sostegno economico delle conseguenze post covid. Ovviamente, i fondi che sono stati concessi ai vari paesi membri dall’Unione Europea devono essere utilizzati seguendo dei criteri ben precisi. Ad esempio, devono ovviamente essere in linea con la crescita economica e sociale del paese ed essere sostenibili e attenti ai più recenti temi ambientali e del clima.
Cos’è il PNRR: spiegazione elementare in sintesi
Ovviamente dopo aver studiato l’attuazione del proprio Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, ogni paese membro dell’Unione Europea lo sottopone al bene placido della Commissione Europea stessa che si prende del tempo per valutarlo e capire così se questo rispecchi effettivamente tutti i requisiti richiesti.
Successivamente, ottenuti i fondi, anche durante e dopo l’attuazione del piano, la Commissione Europea sorveglierà che l’attuazione dello stesso sia effettivamente andata a buon fine e stia producendo i risultati sperati.
Il PNRR in Italia è stato compilato in un primo momento dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi e approvato dopo essere stato sottoposto alla Commissione Europea. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza conta sei missioni, ognuna delle quali divisa in ulteriori step da seguire che consistono in investimenti, misure oppure riforme che riguardano diversi aspetti della vita sociale del Paese, come la sanità, la giustizia, la scuola e i trasporti. Ognuna di queste missioni ha ulteriori scadenze che vanno dal 2021, anno in cui è stato approvato il piano, fino al 2026.
Per far sì che le scadenze previste dal piano vengano rispettate e portate a termine nei tempi stabiliti, il governo ha incaricato ogni ministero di compiti ben precisi. Non solo, il Governo Italiano ha anche nominato un Ministro del PNRR, compito che ad oggi è ricoperto da Raffaele Fitto.
Breve storia cronologica del PNRR Italia
L’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non consta solo di aiuti economici per aiutare i Paesi membri dell’Unione Europea a riprendersi e gettare basi più solide dopo la crisi causata dalla pandemia di Covid-19. Esso serve anche come strumento per aiutare i Paesi stessi ad avviarsi verso le cosiddette transazioni ecologiche e digitali. Per quello che riguarda il PNRR italiano, esso è stato pubblicato ufficialmente sul sito della Presidenza del Consiglio il 5 maggio 2021. Il 22 giugno 2021 invece è arrivato l’esito positivo da parte della Commissione Europea dopo averne attentamente valutato tutti gli aspetti. Infine, il 13 luglio 2021 il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza italiano è stato definitivamente approvato.
Le missioni sono in tutto sei e ognuna di esse si occupa di uno specifico ambito della società che al suo interno consta di ulteriori missioni da portare a termine passo dopo passo per poter così seguire una linea ben precisa di modifiche.
La prima missione riguarda la digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo. Sicuramente questa prima missione punta su ciò che più necessita al nostro paese, processi di digitalizzazione sia per le infrastrutture che per i processi di produzione industriale. La seconda missione riguarda gli aspetti della transazione ecologica e rivoluzione verde. In questo modo l’Italia si impegna nel favorire l’utilizzo di energia prodotta da fonti rinnovabili, nel finanziamento di start up che operano nei settori che interessano il green e così via.
La terza missione riguarda le infrastrutture e la mobilità sostenibile; la quarta invece riguarda l’istruzione e la ricerca. Sicuramente il più grande impegno in questa missione è quello di stanziare più fondi per ciò che riguarda la ricerca in Italia. La quinta missione è chiamata Inclusione e Coesione che prevede lo stanziamento di 400 milioni di euro per la creazione di imprese femminili. La sesta e ultima missione invece è quella che riguarda il mondo della salute e della sanità pubblica.
Ricapitolando, quindi, il PNRR prevede 134 investimenti, 63 riforme per un totale di 191,5 miliardi di euro stanziati grazie al progetto Next Generation EU.