La crisi economica in Italia mette in seria difficoltà il mercato immobiliare nella nostra penisola. Ma al di fuori dei confini nazionali le cose non vanno molto meglio: la Brexit, ovvero la decisione da parte della Gran Bretagna di uscire dall’Unione Europea, rischia infatti di far scoppiare la bolla del mattone nel Regno Unito. Secondo alcuni recenti studi, infatti, esattamente dieci giorni dopo il referendum che ha sconvolto l’Europa, i prezzi delle abitazioni sono calati del 5,5%, mentre la domanda è scesa del 19%. Volano invece le richieste di case verso la Scozia (più 150%), con Glasgow che ha già confermato di non voler uscire dall’Unione Europea.
In difficoltà anche il mercato degli immobili di pregio, soprattutto per quanto riguarda zone di lusso come Notting Hill e Kensington. Il Responsabile del Centro Studi di Casa.it, Alessandro Ghisolfi, ha commentato in questo modo questo “pericolo” di una possibile “Bolla Brexit”: “Lo spettro di una <<Bolla Brexit>> sul mercato residenziale londinese viene considerata più che probabile dalla maggioranza degli operatori locali, soprattutto per quanto concerne il segmento top del mercato”.
Prezzi case luglio 2016, calo in Italia
Tornando in Italia, c’è da registrare l’ennesimo calo dei prezzi delle abitazioni, anche se con un’intensità minore rispetto a quanto visto ad inizio anno. Secondo quanto riportato dall‘Istat, infatti, nel primo trimestre dell’anno l’indice dei prezzi delle abitazioni comprate da famiglie (Ipab) è calato dello 0,4% rispetto al trimestre precedente e dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2015. Da segnalare comunque anche un rallentamento del ritmo di discesa dei prezzi rispetto al -1,7% del trimestre precedente.
In generale, nel giro di sei anni, a partire dal 2010, i prezzi delle abitazioni si sono abbassati di circa il 15% (14,9% per la precisione), con un calo decisamente minore per le case nuove (-2,3%) in confronto alle abitazioni già esistenti (-20%).
L’Istat inoltre osserva che “il primo trimestre del 2016 conferma la vischiosità dei prezzi rispetto agli andamenti del numero di abitazioni scambiate che invece è in marcato aumento (+20,6% rispetto al primo trimestre del 2015 secondo i dati diffusi dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare delle Agenzie delle Entrate).
Entrando più nello specifico, a partire dal 2007 fino ad oggi, Milano (insieme a Firenze) è stata una delle città in cui i prezzi sono scesi di meno, grazie soprattutto ad una forte domanda per la prima casa, ma anche di immobili destinati all’investimento. Milano, infatti, ha resistito abbastanza bene questi anni di assoluta crisi immobiliare, perdendo il -27,8%. I prezzi sono diminuiti, ma in zone centrali hanno retto più o meno bene e nel complesso nel 2015 c’è stata una diminuzione del valore di -1,7%.
Situazione diversa invece per Roma, in quanto il valore degli immobili della città capitolina è diminuito del -3,7%. A partire dall’inizio della crisi immobiliare, il mercato di Roma ha perso addirittura il -33,8%. Questo momento complicato è dovuto in particolar modo alla difficoltà di incontro tra una domanda decisamente esigente e un’offerta non sempre all’altezza delle aspettative.