Le statistiche parlano chiaro: le professioni sanitarie garantiscono una migliore prospettiva economica rispetto ad altri impieghi di uguale rispetto. Gli ultimi rapporti nazionali pongono le professioni medico-sanitarie in cima alla classifica delle opportunità di lavoro. A cinque anni dalla laurea ben il 97% dei diplomati ha trovato una solida occupazione con uno stipendio netto mensile tra i 1600 e i 1700 euro. Cifre esorbitanti se si considera il periodo storico in cui viviamo e la media retributiva dei giovani under 30.
Professioni sanitarie, dati sull’occupazione
Nell’immaginario comune coloro che svolgono queste professioni, quindi infermieri, fisioterapisti, logopedisti, audiometristi e giù di lì, sono gli angeli custodi dei reparti, i professionisti che curano i pazienti e che dedicano la loro vita alla medicina. Ma è un’idea che sembra destinata a mutare, perché molte di queste professioni saranno svolte sempre più fuori dai poli ospedalieri. Cambia la società e, quindi, cambiano le esigenze dei singoli e del territorio: l’invecchiamento della popolazione richiede un’assistenza sempre maggiore, per cui nell’immediato futuro la figura dell’infermiere di famiglia sarà quella più richiesta e pagata. I numeri lo dimostrano: nel 2015 le prestazioni infermieristiche erogate al di fuori dell’ospedale sono state 8,7 milioni per un valore di 2,7 miliardi di euro.
Vi è, poi, una grossa disparità tra Nord e Sud Italia. Secondo i riscontri della Commissione Nazionale Ipasvi-Infermieri professionali, Assistenti sanitari, Vigilatrici d’infanzia, nel Nord Italia un infermiere «privato» viene pagato tra i 24 e i 30 euro l’ora, al Centro-Sud, invece, i compensi si aggirano sui 6-7 euro l’ora. Gli esperti affermano che tale fenomeno sia causato dal divario culturale: al Sud, l’infermiere fa fatica ad affermare la sua professione come singolo o associato in uno studio, come invece può essere naturale per altri. A quanto pare, è da libero professionista che ben presto l’infermiere eserciterà il suo lavoro, viste anche le grosse difficoltà che ci sono oggi nel trovare un posto di lavoro a tempo indeterminato. Resta però il fatto che il campo medico-sanitario sia quello che abbia subito meno i danni della crisi e che, negli ultimi tempi, abbia avuto un leggero aumento rispetto agli anni scorsi.
Cosa sono le professioni sanitarie e quale laurea è necessaria?
In Italia le professioni sanitarie sono tutte quelle i cui operatori in possesso di una laurea specifica e riconosciuta lavorano in campo sanitario. Sotto tale nome rientrano figure professionali che svolgono mansioni molto diverse tra loro. Sono 22 i corsi di laurea che permettono di svolgere tali attività ed è, quindi, necessario avere le idee chiare prima di scegliere il percorso di studi.
Tra le figure tecnico assistenziali e/o riabilitative più note troviamo: l’infermiere, l’ostetrica, il podologo, il fisioterapista, il logopedista, il terapista della neuro e psicomotricità dell’età evolutiva, l’ educatore professionale, lo psicologo, ed ancora il tecnico audiometrista, il tecnico di radiologia, l’igienista dentale e il dietista.
Secondo i dati elaborati dalla Conferenza Nazionale Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie le figure che hanno il più alto tasso di occupazione sono i fisioterapisti, i logopedisti e gli igienisti dentali con un importante 87%, seguono gli audioprotesisti con l’83%, e i podologi con l’82%. Al contrario, le professioni sanitarie con il tasso più basso sono l’assistente sanitario con il 53%, l’ostetrica con il 48%, il tecnico di laboratorio con il 47%, il tecnico neurofisiopatologo con il 45% e in ultima posizione il tecnico di fisiopatologia cardiocircolatoria.
Offerte di lavoro professioni sanitarie: le opportunità post laurea più importanti
Secondo quanto appreso dal portale BlogLavoro.com, dove recentemente è stata analizzata a fondo la situazione lavorativa per i laureandi in professioni sanitarie, dopo la laurea i Master Universitari rappresentano un titolo di perfezionamento e di alta formazione che può far la differenza in sede di colloquio di lavoro. I Master si dividono in due tipologie, quelli di primo livello che mirano a completare gli studi condotti in precedenza, e quelli di secondo livello che hanno un carattere più specialistico ed intendono formare profili altamente specializzati in una precisa tematica.
Tra i principali Atenei italiani che dispongono di un’offerta formativa importante ed esaustiva in campo medico-sanitario troviamo l’Università di Bologna, l’ ALTEMS ovvero l’Alta Scuola di Economia e Managment dei Sistemi Sanitari di Roma, l’Università Ca Foscari di Venezia, e l’Università Sapienza di Roma.
I diplomati dei Master in campo sanitario possono trovare occupazione, oltre che in ospedali e aziende sanitarie, anche in centri medici specializzati con i ruoli di manager e coordinatore delle professioni sanitarie, esperto di marketing e comunicazione sanitaria ed esperto di marketing farmaceutico.