La radioterapia rappresenta spesso un’ancora di salvataggio per coloro che sono affetti da tumore; questa è una particolare terapia fisica che grazie all’impiego delle radiazioni, tenta di danneggiare le cellule cancerose impedendo loro di proliferare.
Ad oggi questa è una tecnica ampiamente utilizzata in quanto meno invasiva rispetto alla chemioterapia, tuttavia non è esente da effetti collaterali.
Nel prossimo articolo verrà trattato il tema delle ripercussioni della radioterapia per il trattamento del tumore alla prostata, al seno,quali sono le conseguenze della stereostatica e di quella oncologica infine i possibili rischi a breve e lungo termine.
Effetti collaterali della radioterapia alla prostata e al seno
Nel passato coloro che si sottoponevano alla radioterapia, erano soggetti a presentare fastidiosi effetti collaterali, spesso persistenti ed invalidanti.
Grazie al miglioramento delle tecnologie, consequenziale ad una conoscenza più consapevole della malattia, le frequenze ed i fastidi collegati alla radioterapia sono ampliamente diminuiti, ma non scomparsi del tutto.
In particolare il trattamento del tumore al seno, comporta sia effetti che hanno una natura temporanea, ma altri che invece possono presentarsi sul lungo periodo rimanendo permanenti,motivo per cui il radio-oncologo è chiamato a valutare costantemente il livello di tollerabilità del corpo alla terapia.
Tra i possibili risvolti acuti che possono manifestarsi fino a 3 o anche 6 mesi dalla stessa conclusione, i più noti sono la spossatezza causata di un notevole dispendio di energia operato dall’organismo; una reazione cutanea specifica nell’area di trattamento che concerne rossore, irritazione ma anche prurito topico; un notevole gonfiore nel seno, il quale tuttavia si risolve in poche settimane dall’avvenuto trattamento ed infine numerose pazienti hanno potuto constatare anche fastidi alla gola, che possono trovare una spiegazione nei casi di radioterapia avvenuta nella zona della clavicola.
Altri plausibili effetti collaterali tardivi della radioterapia usata per il trattamento del tumore al seno, riguardano maggiormente l’indurimento della sede irradiata (seno, ascella e clavicola), linfedema a seguito del danneggiamento dei linfonodi sotto il braccio ed anche la polmonite da raggi.
In casi rari ma che vanno comunque tenuti in considerazione, è possibile riscontrare anche dei danni di natura cardiaca, in situazioni di somministrazione della terapia dalla parte sinistra, in direzione del cuore.
Anche per coloro che soffrono di tumore alla prostata è frequentemente usata la radioterapia, specialmente nella fase post operatoria.
Le reazioni al trattamento con raggivariano da persona a persona e possono manifestarsi in modo acuto oppure tardivo; per quanto concerne i disturbi riportati durante i cicli di radioterapia i più frequenti interessano difficoltà nella minzione causati da dolore e bruciore, sintomi intestinali e un generale senso di debolezza e spossatezza.
Questi nella maggioranza dei casi, tendono a scomparire nel giro di poco tempo dopo la conclusione del ciclo di terapia.
Gli effetti tardivi possono presentarsi entro un lasso di tempo variabile che può andare da pochi mesi, fino ad arrivare ad anni dopo il termine dei trattamenti con radiazioni; tra i possibili disturbi può comparire la disfunzione erettile con consequenziale insoddisfazione sessuale, la scomparsa o diminuzione del liquido seminale e difficoltà nella minzione che talvolta può presentarsi tramite delle macchie di sangue nelle urine.
Pur trattandosi di situazioni abbastanza comuni tra coloro che si sottopongono alla radioterapia, è importante informare sempre il proprio medico di riferimento, al fine di cercare rimedi o farmaci in grado di contrastare i suddetti disturbi.
Effetti collaterali della Radioterapia stereotassica e oncologica
Nel corso degli anni e con lo sviluppo delle scienze, medici e ricercatori hanno concentrato le loro forze in direzione di terapie efficaci contro il cancro ma non troppo invasive e distruttive per l’organismo e per la qualità della vita del paziente.
La radioterapia stereotassica rappresenta una grande svolta per la medicina, in quanto si basa sull’erogazione di dosi molto elevate di radiazioni in volume ridotto, caratterizzate da maggiore precisione ed un profilo di tossicità minore.
Questa tipologia di trattamento dunque si presenta particolarmente efficace anche per contrastare i tumori metastatici, soprattutto melanomi, neoplasie renali e linfomi cutanei.
Rispetto alla tecnica tradizionale, con la radioterapia stereotassica c’è una netta riduzione degli effetti collaterali sia a breve che a lungo termine, infatti i pazienti generalmente riportano solo dei fastidi cutanei nell’area interessata.
La radioterapia oncologica è il trattamento tradizionalmente usato per contrastare le malattie di origine tumorale; per aumentare la sua efficacia spesso viene utilizzata in combo con altre terapie come la chemioterapia, l’immunoterapia oppure la chirurgia.
I fasci di radiazioni ionizzanti vengono irradiati sui pazienti per distruggere quanto più possibile il materiale genetico di tutte le cellule maligne, in quanto quest’ultimo si presenta essenziale per la loro riproduzione.
Le radiazioni impiegate nel trattamento sono i raggi X e i raggi Y a elevata energia, ed a seconda della tipologia di tumore e la sua localizzazione, la radioterapia oncologica può essere impiegata per scopi differenti come quello radicale e curativo,pre o post operatorio ed anche intraoperatorio.
Pur essendo impiegata da diversi anni in ambito medico ed ampiamente studiata da equipe di tutto il mondo, purtroppo ancora non si è riusciti ad eliminare del tutto i disturbi e gli effetti collaterali dovuti ad essa.
Uno dei grandi problemi legati a questa tipologia di terapia sta nel fatto che nell’emissione delle radiazioni ionizzanti, vengono colpite anche le cellule sane oltre a quelle malate.
Nella stragrande maggioranza, gli effetti collaterali si manifestano nell’area in cui si è svolto il trattamento radioterapico tuttavia non è raro constatare sintomi ulteriori, spesso invalidanti.
Generalizzando si può dire che gli effetti collaterali a breve termine sono anzitutto la stanchezza, che può essere davvero pervasiva soprattutto nei primissimi periodi; altri molto comuni sono le reazioni cutanee che si possono presentare in forma di scottature ed irritazioni le quali sono destinate a scomparire dopo qualche seduta.
Coloro che si sottopongono a terapia nell’area addominale hanno spesso lamentato reazioni di nausea e vomito, poiché l’irradiazione dei raggi, va ad interessare le aree dove hanno sede i centri di regolazione di questi fenomeni.
Per ciò che riguarda gli effetti collaterali a lungo periodo uno dei più frequenti è la comparsa di fibrosi, che è dovuta principalmente ad un danneggiamento molto profondo delle cellule, sostituite dalla formazione di tessuto connettivo.
Anche a distanza di diversi mesi o anni dalla fine del trattamento è possibile riscontrare un deficit della memoria e dell’apprendimento, soprattutto nei casi di radioterapia effettuata al livello della testa; purtroppo molti di queste situazioni si sono delineate sui pazienti più piccoli, ovvero bambini dai 5 fino agli 11 anni.
Effetti collaterali radioterapia: quali sono i rischi nel breve e lungo periodo
Rispetto ad altri, la radioterapia non è affatto un trattamento invasivo o doloroso, soprattutto quella di tipologia esterna.
Nel momento stesso della seduta il paziente non è solito avvertire alcun fastidio, mentre i sintomi effettivi possono manifestarsi sia nel breve che nel lungo periodo.
E’importante dire che seppur esistenti, i rischi in questione sono nettamente inferiori rispetto ai benefici comportati ma è sempre bene consultare il parere del proprio medico curante per conoscere quale strada si adatta meglio al caso personale.
I rischi legati ai momenti del trattamento tendono a scomparire in pochissime settimane: il disturbo più frequente è la sensazione di stanchezza, in quanto il corpo impiega un quantitativo maggiore di energia per la ricostruzione delle cellule colpite dai raggi; altro rischio da tenere in considerazione è la possibile caduta di peli e capelli, processo che interessa di solito esclusivamente l’area trattata.
Un rischio concreto dell’uso della radioterapia è quello dell’insorgenza di un secondo tumore, in quanto l’aver superato il cancro non rende immuni da una nuova comparsa.
Spesso questa situazione tende ad aumentare con la distanza temporale e dai cicli terapici effettuati nel corso della propria vita, per questo si consiglia sempre di eseguire dei controlli periodici per verificare l’insorgenza di altre possibili masse tumorali.
Tra gli altri rischi legati all’impiego di radioterapia bisogna annoverare anche la comparsa di un insieme di sintomi fisici e psicologici, che in termine medico vengono chiamati fatigue, i quali influiscono in modo molto importante sul compimento di normali attività quotidiane, come cucinare, rifare il letto e concentrarsi.
Al livello statistico è possibile affermare che la fatigue si manifesta sul 30% dei pazienti che hanno affrontato un tumore e le cause sono rinvenibili in un rallentamento dell’attività della tiroide, anemia o dolori generalizzati.
Un rischio importante legato proprio alla radioterapia interessa la variazione del peso corporeo: nell’affrontare il tumore molte persone rischiano di perdere numerosi kg o al contrario di prenderli.
Questo fenomeno sussiste con particolare incidenza tra le persone che hanno dovuto combattere il tumore al seno oppure al testicolo, in quanto a causa di squilibri ormonali, avvengono delle alterazioni del quantitativo di trigliceridi nel sangue.
Molti soggetti che si sottopongono a radioterapia, hanno infine riferito un mutamento delle proprie condizioni emotive: il sentimento più frequente è quello dell’ansia e mancanza di speranza.
Al livello medico non è stato possibile riscontrare una stretta correlazione tra la terapia e le sensazioni provate, ma molto dipende dalla malattia stessa e dal cambiamento di stile di vita che questa porta con se.