Il 4 dicembre 2016 in Italia si voterà il referendum costituzionale promosso dal governo e il Premier Renzi, firmato tra gli altri da Verdini. Uno dei punti caldi è l’abolizione del CNEL, analizziamo questo organo e scopriamo perchè votare sì per abolirlo o optare per il no e tenerlo.
Perchè votare sì al referendum costituzionale e abolire il CNEL
Un inutile spreco di milioni da parte dello stato. E’ questa la principale argomentazione dello schieramento per il “SI” al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 a sostegno dunque dell’abolizione del CNEL.
Secondo i dati riportati da Renzi e il PD l’organo in questione, ovvero il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro costa circa 20 milioni di euro l’anno allo stato nonostante in 50 anni sia riuscito solo in 14 occasioni a far approdare una proposta in parlamento e tutte le leggi non sono state approvato. In effetti il CNEL entra in gioco solamente se chiamato in causa da province, regioni o parlamento, dunque sebbene sia il punto d’incontro di imprese, lavoratori e istituzioni non ha un vero valore legislativo e soprattutto non può agire in forma autonoma.
Sempre scorrendo le motivazioni per abolire il CNEL troviamo che i 64 consiglieri che lo compongono guadagnano circa 1300 euro al mese ciascuno nonostante per loro questo sia il secondo o terzo lavoro e inoltre si riuniscono soltanto una o due volte al mese. Secondo i sostenitori del SI dunque abolire il CNEL vorrebbe dire liberarsi di spese non necessarie e mettere a disposizione di altri settori i 20 milioni annui che attualmente sono necessari per mantenere il Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro.
Perchè votare no e tenerlo
Ciò che crea scompiglio in effetti agli indecisi sul voto è la grande differenza tra dati e informazioni proposte da chi sostiene il SI e chi il NO. Gli oppositori al referendum costituzionale, Movimento 5 Stelle e Lega Nord su tutti, citano molto spesso le dichiarazioni del vice presidente del CNEL Gian Paolo Gualaccini. Proprio quest’ultimo infatti è intervenuto recentemente sul tema dell’abolizione del CNEL invitando chiunque a cercare sul sito dell’ente i resoconti economici per notare che nel 2016 sono stati solo 8,7 i milioni spesi per il mantenimento dell’organo, quasi tutti per la manutenzione di Villa Lubin (la sede), della biblioteca e ben 4 milioni per i dipendenti. Quest’ultimi in caso di abolizione del CNEL finirebbero alla Corte dei Conti, non si risparmierebbe dunque sui loro stipendi.
Sempre a detta di Gualaccini i consiglieri non percepiscono dal 2015 (dopo la Legge di Stabilità) alcuno stipendio mensile. Se tutto ciò fosse vero cadrebbero tutte le argomentazioni proposte dal fronte per il SI, proprio per questo motivo è bene analizzare e scegliere accuratamente le proprie fonti per decidere se votare SI o NO ricordando che il quesito è uno solo per tutte le proposte comprese nel referendum e dunque accettando una lo si fa con tutte.