Riassunto di Rosso Malpelo, breve e dettagliato: il miglior riassunto sulla novella di Giovanni Verga

Pubblicato il 26 Feb 2018 - 10:55am di Tiziana Biviano

Chi di noi non ha mai sentito parlare di Rosso Malpelo, il protagonista di una delle meravigliose novelle scritte dall’autore siciliano Giovanni Verga durante la seconda metà dell’Ottocento. Il fulcro centrale delle opere letterarie dell’autore in questione è sempre stato il Verismo, la corrente che ha deciso di sposare fin dagli albori della sua carriera di scrittore e romanziere. E’ stato grazie a questa sua scelta che oggi, nel 2018, riusciamo ad avere una meravigliosa trasposizione di quella che era la cultura siciliana dei tempi passati, i tempi in cui le credenze popolari spesso prendevano il sopravvento sulla realtà, i tempi in cui assieme all’inizio di una forte industrializzazione nel Nord Italia, al Sud si registrava invece la maggioranza delle famiglie contadine dedite alla coltivazione della loro terra e ai lavori manuali e duri. Il protagonista della novella Rosso Malpelo rappresenta proprio una fetta di quella realtà contadina; ecco che a seguire troverete allora un riassunto originale di questa splendida novella del Verga, che potrete utilizzare come base dei vostri studi letterari.

Rosso Malpelo: raccolta e data di pubblicazione

E’ di preciso il 1878 l’anno di pubblicazione della novella Rosso Malpelo, che fu per la prima volta messa per iscritto all’interno di un quotidiano locale chiamato Il Fanfulla, che aveva come lettori principali i poeti, i filosofi e tutti gli uomini di cultura dell’Italia della seconda metà dell’Ottocento. La raccolta però della quale la novella fa ufficialmente parte si intitola Vita dei Campi, ed è una delle più conosciute di Giovanni Verga. Possiamo definire questa novella come un fermo immagine di quello che erano le condizioni in cui versavano le famiglie di lavoratori e contadini della Sicilia, una lettura insomma che ci porta un po’ indietro a viaggiare nel tempo e a farci immedesimare nei protagonisti della vicenda. Quello della novella è un filone che si immette tra la prosa e la parabola, c’è dunque un fondo di realtà nei tempi e nei modi della narrazione, ma alla fine di tutta la storia c’è pur sempre un messaggio che l’autore in maniera del tutto impersonale invia ai suoi lettori. All’interno di tutta la novella la percezione del Verga rimane impersonale, ma totalmente esplicita e comprensibile nel suo messaggio alle generazioni future.Andiamo a scoprire chi era Rosso Malpelo.

Riassunto vicenda di Rosso Malpelo: chi era

Il protagonista della novella di Giovanni Verga è Rosso Malpelo, un giovane ragazzo di età adolescente costretto a lavorare all’interno di una cava di sabbia assieme al padre. In un paese in cui i soprannomi e le ingiurie diventano dei cliché, tutta la popolazione di contadini decide che il ragazzo deve essere soprannominato Malpelo a causa del colore dei suoi capelli rossi, che secondo le antiche credenze popolane, associavano tale colore al male e al diavolo. Il ragazzo allora fin da piccolo iniziò a sopportare i maltrattamenti e le ingiustizie di tutti e per questo veniva anche visto agli occhi degli altri come un ragazzino asociale e scorbutico. La famiglia di Rosso Malpelo era composta dalla madre, una donna di casa che a malapena ricordava anch’ella il nome del figlio, da una sorella che in un certo qual modo appariva estranea ai fatti che accadevano al fratello, e dal padre che lavorava assieme al figlio all’interno della cava e che da tutti gli abitanti del paese e dai suoi colleghi era denominato “Misciu bestia” per i grandi lavori di forza che era in grado di sopportare. Da sottolineare è anche il fatto che come si può denotare, l’unico membro della famiglia per il quale Malpelo provava un forte legame era proprio il padre, la cui scomparsa come vedremo, segnerà una fase profonda nella vita del povero ragazzo.

Lo svolgimento dei fatti della novella di Verga

La vicenda della novella entra nel vivo quando a causa delle condizioni economiche in cui versava la famiglia di Rosso Malpelo, il padre dovette accettare un lavoro estremamente pericoloso seppur ben pagato che tutti gli altri lavoratori fino a quel momento avevano evitato: eliminare un pilastro portante dalla cava di sabbia. Per poter dare una minima stabilità economica alla sua famiglia, Misciu Bestia sceglie di andare a rimuovere quel pilastro in maniera autonoma e mentre Rosso Malpelo porge gli strumenti di lavoro al padre, il pilastro della cava incomincia a vacillare e cadendo sotterra il pover uomo. Anche in questo caso si denota come l’affetto di Rosso Malpelo sia estremamente grande, tanto che il ragazzo decide di iniziare a scavare a mani nude nella sabbia, ma per sfortuna l’unica cosa che riuscirà a trovare, sarà solo una delle scarpe indossate dal padre. La morte del padre segna una fase profonda di mutazione nella vita di Rosso Malpelo, che si vede strappata l’unica ancora di salvezza che lo faceva rimanere coi piedi per terra nonostante le ingiurie e gli insulti degli altri. Il corpo del padre venne successivamente ritrovato e il ragazzo decide anche d’accordo con la madre, di indossare gli abiti del padre e di non vendere gli arnesi che ogni giorno lui utilizzava per portare a casa i frutti del suo duro lavoro. Ma dopo la scomparsa del padre, chi avrebbe difeso adesso  Rosso Malpelo dalla furia dei contadini del suo paese?

Il cambiamento nella persona di Rosso Malpelo

Improvvisamente quando il ragazzo iniziò a comprendere che effettivamente tutto quello che aveva gli era stato tolto, iniziò anche a mutare dal punto di vistacaratteriale e si trasformò davvero nella bestia che tutti in fondo pensavano fosse. La figura del padre faceva uscire da Rosso Malpelo la sua vera anima di ragazzo diligente, lavoratore, testardo, ma non cattivo o arrogante, ed invece tutto ad un tratto la situazione si capovolge e il ragazzo diventa il mostro. Celebre è la fase del racconto in cui avvenuta la morte del padre, il giovane decide di sfogare la sua rabbia contro il suo asino che inizia a picchiare con violenza con una zappa. Entra in scena un altro personaggio a questo punto della vicenda: si tratta di Ranocchio, un giovane ragazzo che come Rosso Malpelo viene soprannominato così perché magro, gracile e zoppicante a causa di un incidente. In un certo senso Rosso Malpelo fa vivere a Ranocchio tutte le torture morali che i suoi paesani gli hanno inflitto, proprio perché lo vede un diverso esattamente come lui e da maggiore, tenta di abituarlo al mondo e alla percezione che la gente ha di quelli come loro. Non sono poche infatti le volte in cui Rosso Malpelo, nonostante gli insulti e i rimproveri, ultimata la sua parte di lavoro non esita ad andare in soccorso di Ranocchio, che però un giorno purtroppo, a causa di uno sforzo che per lui appariva sovrumano, iniziò ad ammalarsi di tisi e la situazione si aggravò sempre di più giorno dopo giorno, tanto da portare il giovane alla morte. Una seconda volta Rosso Malpelo aveva pero il suo punto di riferimento, il suo aggancio alla vita.

La conclusione della novella di Verga

Una volta persi tutti i suoi punti cardini, Rosso Malpelo si trova senza nulla per cui valga la pena vivere. Abbandonato tra le altre cose anche dalla madre e dalla sorella, ed emarginato socialmente dagli abitanti del suo paese semplicemente perché coi capelli rossi e poi anche scontroso, il giovane si ritrova solo e senza nulla per cui combattere o senza nulla che dia un senso alla sua esistenza, si abbandona e cede anche ai lavori più difficili e faticosi, proprio come quello in cui vide il padre morire dinanzi ai suoi occhi. Oltre al danno il ragazzo ha dovuto anche subire la beffa di rimanere a vivere in un paese in cui era noto per la sua fama da arrogante del tutto infondata ed è stato costretto poi a proseguire per mantenersi con i suoi lavori alla cava, il luogo che gli ha tolto le due persone più care di tutta la sua giovane vita. Una terza figura chiave nella vicenda di Rosso Malpelo è quella dell’evaso, che un giorno viene messo a lavorare nella cava, ma vedendo le condizioni di lavoro estremo e il totale sfruttamento in cui versavano i lavoratori dell’epoca, decide di tornare in galera costituendosi. Il ragazzo iniziò allora a pensare che forse la vita del carcere sarebbe stata meglio anche per lui, eppure il disegno del suo destino era già segnatoe stava compiendosi. Un giorno Rosso Malpelo fu mandato ad esplorare la fine di un lungo tunnel alla ricerca di un pozzo che poteva congiungere due strade e si sapeva che quello sarebbe stato con molta probabilità, un viaggio di sola andata senza ritorno. Il giovane ragazzo infatti, presi gli arnesi del padre che per lui erano anche troppo grandi e pesanti e preso un pezzo di pane, iniziò ad incamminarsi nel lungo tunnel dal quale non fece mai ritorno. La paura di vedere il fantasma di Rosso Malpelo venne poi avvertita da tutti i lavoratori della cava, che anche dopo la sua morte continuarono a parlare male di lui. Una novella quella di Rosso Malpelo intrisa di verità sulla situazione storica e culturale della Sicilia dell’epoca, ma anche ricca di messaggi impliciti che invia l’autore, come il fatto che anche ribellandosi, non si può scappare dalla propria natura o dal proprio destino; i vinti sono destinati a rimanere tali:  Malpelo era sì maltrattato, ma era anche violento e questo suo comportamento probabilmente rappresentava la sua maniera di difendersi, di evadere dalla realtà della sua vita quotidiana.

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