L’incontro tra Governo e sindacati è stata l’occasione per fissare le date dei prossimi appuntamenti e per illustrare le varie soluzioni studiate dall’Esecutivo in materia di riforma pensioni; siamo ormai giunti ad agosto 2016 e molti sostengono che la squadra di maggioranza si sia ricordata dei pensionati, dei pensionandi e dei sindacati solo perché si sta avvicinando la data del Referendum Costituzionale e quindi ha la necessità di dare qualche contentino a destra e a manca per recuperare un po’ di consensi: vediamo quali sono le proposte del Governo e le ultime novità sulla riforma pensioni.
Gli incontri tra Esecutivo e sindacati: gli appuntamenti di agosto e settembre 2016
E pur si muove, disse Galileo Galilei: questa frase potrebbe essere usata anche in politica, dove sembra che qualcosa si stia muovendo sul fronte previdenziale. Naturalmente sul come si muove si scateneranno dibattiti e polemiche, ma è una situazione comunque migliore rispetto al silenzio assoluto degli ultimi periodi, interrotto solo quando c’era bisogno di chiedere di fare sacrifici. L’incontro tra Esecutivo e sindacati intanto ha stabilito le prossime tappe del percorso che dovrebbe portare alla realizzazione della riforma pensioni: il 6 settembre le parti si ritroveranno per discutere del tema lavoro, il giorno successivo invece si parlerà di pensioni e la settimana dopo l’argomento centrale saranno le novità per i pensionandi e i pensionati. Vediamo ora quali sono le cinque soluzioni studiate dal Governo, mettendo subito in chiaro che non è prevista l’assegnazione dei famosi 80 euro ai pensionati.
Le soluzioni del Governo per la riforma pensioni: tutte le novità dall’Ape alla quattordicesima
Ormai ne parliamo già da un po’: al primo punto della lista delle cose da fare stilata dall’Esecutivo in tema pensioni c’è l’Ape. I lavoratori che hanno più di 63 anni possono richiedere questo anticipo pensionistico grazie ad un prestito bancario assicurato che potrà essere rimborsato in venti anni e che sarà gestito dall’Inps. Per poter accedre a questo strumento il pensionando deve essere disposto a perdere una parte del suo assegno mensile: le rate del prestito per chi esce dal mondo del lavoro con tre anni di anticipo possono arrivare fino al 15% della pensione. Fanno parte del progetto anche le assicurazioni, che copriranno il rischio di morte prima della scadenza del periodo di rimborso.
Al secondo punto ci sono gli interventi pensati per i lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare molto giovani, prima dei diciotto anni. Secondo alcune stime il numero di persone che rientrano in questa categoria sarebbe compreso tra i 3,5 e i 4,8 milioni; sono previste circa 60.000/70.000 uscite anticipate ogni anno con 41 anni di contributi e il bonus che il Governo riconosce ai contributi precoci (versati quando il lavoratore aveva un età compresa tra i 14 e i 18 anni). Per cercare di ridurre questo numero si tratta sulle 52 o 104 settimane con il riconoscimento del bonus da quattro a sei mesi in base ai beneficiari.
Il piano dell’Esecutivo fa riferimento anche alle ricongiunzioni non onerose, ovvero alla cancellazione degli oneri attualmente previsti per le ricongiunzioni dei contributi versati in diverse gestioni. Entrando più nel dettaglio, l’obiettivo è quello di eliminare il vincolo del requisito minimo in una singola gestione, cosa che oggi non permette la ricongiunzione gratuita, e il riconoscimento del calcolo complessivo anche in caso di ritiro anticipato (e non solo per la vecchiaia).
Qualche giorno fa ci siamo già occupati di cosa potrà accadere alla quattordicesima; sul tavolo ci sono sostanzialmente due opzioni: una prevede l’aumento dell’importo (80 o 100 euro in più) ai pensionati che già percepiscono la mensilità aggiuntiva, l’altra invece prevede l’estensione della platea dei beneficiari riconoscendo la quattordicesima agli assegni fino a 1.250 euro. La seconda soluzione in pratica raddoppierebbe il numero degli aventi diritto e di conseguenza anche la spesa per le casse dello Stato si moltiplicherebbe per due, mentre la prima risulterebbe meno onerosa. Per sapere quale delle due strade verrà intrapresa si dovrà aspettare ancora un po’, quando si inizierà a discutere della manovra per il 2017.
Infine il ministro Poletti ha ribadito che nell’elenco degli interventi ci sono anche quelli dedicati ai cosiddetti usuranti. Si parla di semplificazione e si pensa alla rivisitazione del meccanismo relativo all’adeguamento automatico dei requisiti all’aspettativa di vita, ma questa misura verrebbe messa in pratica solo in una seconda fase di questa riforma pensioni.