Nei prossimi giorni il Governo presenterà la legge di Stabilità e in queste ultime ore si stanno definendo alcuni dettagli che riguardano la riforma pensioni e che saranno inserite nella manovra o in un provvedimento collegato ad essa; come è ormai noto il provvedimento più importante in questo campo sarà rappresentato dall’APE: scopriamo i requisiti per accedere alla pensione anticipata, cosa dicono le voci sull’ottava salvaguardia esodati e le altre notizie in campo previdenziale.
L’APE e le altre novità della riforma pensioni inserite nella legge di Stabilità 2017
L’APE è il prestito che consente ai lavoratori iscritti alle forme pubbliche di previdenza obbligatoria (quindi non solo dipendenti privati, ma anche pubblici e autonmi) e che hanno compiuto almeno 63 anni di lasciare il lavoro con un anticipo massimo di 3 anni e 7 mesi rispetto alla maturazione dei requisiti anagrafici per la pensione di vecchiaia. Parliamo di un prestito, ovvero una somma erogata dalle banche (anche se tramite l’Inps) che il lavoratore dovrà restituire nei venti anni successivi attraverso un prelievo sull’assegno mensile. L’ammontare della rata di rimborso verrà ridotta fino ad azzerarsi (tramite leva fiscale) per non colpire il reddito pensionistico di determinate categorie di lavoratori individuati in base a fattori come lo stato di disoccupazione, assenza di reddito, gravosità del lavoro, condizioni di salute, condizioni del nucleo familiare. L’anticipo pensionistico sarà di tre tipi, ovvero volontario, sociale e aziendale.
Nella legge di Stabilità verrà inserita anche la misura relativa al cumulo gratuito dei contributi: in questo modo si verrà incontro alle esigenze di chi non riesce ad arrivare alla pensione perché i suoi contributi sono accreditati in diverse gestioni; attenzione alle parole: non parliamo di ricongiunzione, ma di cumulo. Questo vuol dire che ciascuna gestione liquida la sua quota in modo autonomo e con le sue regole, e i contributi vanno a sommarsi per raggiungere il diritto alla pensione (anche anticipata). Ci saranno anche gli interventi sulla quattordicesima: la platea dei beneficiari verrà ampliata anche ai pensionati con più di 64 anni che hanno redditi non superiori ai 13.000 euro annui (ovvero che percepiscono fino a due volte il trattamento minimo Inps) ed è previsto un aumento del 30% dell’importo. Si parla anche dell’equiparazione della no-tax area sui redditi da pensione ai redditi da lavoro dipendente.
L’ottava salvaguardia esodati ci sarà
Dovrebbe rientrare nel pacchetto della riforma pensioni che sarà incluso nella legge di Stabilità anche l’ottava salvaguardia: il ministro del Lavoro Poletti ha dichiarato che verranno impiegati i fondi delle precedenti salvaguardie e che il totale delle persone coinvolte verrà individuato nella legge stessa. La categoria degli esodati è composta dai lavoratori che forse più di tutti hanno subito gli effetti della riforma Fornero: a distanza di anni sono tantissime le persone per le quali non è ancora stata trovata una soluzione; l’ottava salvaguardia rappresenta l’unico strumento per arrivare alla pensione per quegli esodati che non riuscirebbero a raggiungerla perché non hanno i requisiti per accedere all’Ape o alla Quota 41 prevista per i lavoratori precoci (di cui parleremo tra qualche riga). Ricordiamo che in totale sono stati stanziati 11 miliardi e 600 milioni per tutelare 172.000 lavoratori: 100.000 stanno già ricevendo la pensione e altri 30.000 sono stati individuati e la riceveranno; Poletti ha dichiarato che con l’ottava salvaguardia verranno inclusi almeno altri 25.000 lavoratori e il cerchio si potrà ritenere chiuso. Damiano fa invece notare che con questi numeri si arriverebbe a 155.000 salvaguardati e che mancherebbero all’appello 17.000 posizioni che non possono essere escluse.
Le misure per i lavoratori precoci e usuranti
Non si sa ancora se gli interventi su lavoratori precoci e usuranti faranno parte della prima fase della riforma pensioni, ovvero quella che rientrerà nella legge di Stabilità, oppure se verranno approvati nel corso del 2017, senza un preciso orizzonte temporale di riferimento. Per i lavoratori precoci è prevista la possibilità di uscita con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, ma questa opzione sarà valida solo per coloro che presentano determinati requisiti: innanzi tutto devono aver lavorato per almeno dodici mesi prima di aver compiuto il diciannovesimo compleanno e poi devono rientrare in uno dei tre profili stabiliti, ovvero disoccupati senza ammortizzatori sociali, lavoratori in condizioni di salute che determinano disabilità o lavoratori impegnati in attività particolarmente gravose. Chiudiamo la panoramica sulla riforma pensioni con le misure che riguardano i lavoratori usuranti, ovvero coloro che svolgono mansioni particolarmente pesanti e faticose: con la cancellazione della finestra mobile ci sarà una specie di sconto sui requisiti di accesso alla pensione che va dai 12 ai 18 mesi e dal 2019 verrà congelato l’adeguamento dei requisiti alle speranze di vita.