Nei giorni scorsi l’incontro tra Governo e sindacati ha delineato quali saranno i primi interventi della riforma pensioni: facciamo un riepilogo di quanto è già stato deciso e vediamo quali sono le ultime notizie relative a pensione anticipata, Opzione Donna, Quota 100, lavoratori precoci e lavoratori usuranti.
Anticipo pensionistico e altre novità della riforma pensioni 2017
Spesso abbiamo sentito dire che la riforma pensioni 2017 sarà divisa in (almeno) due fasi: la fase 1 comprende tutti quegli interventi che saranno inseriti nella legge di Stabilità e che entreranno in vigore con l’inizio del nuovo anno, mentre fanno parte della fase 2 le altre misure (e gli interventi correttivi) che arriveranno nel corso dell’anno. La novità più succosa (il cui lancio avverrà in via sperimentale per due anni) è il tanto chiacchierato Anticipo Pensionistico (APE), il meccanismo che consente di andare in pensione a 63 anni grazie ad un prestito che il lavoratore dovrà restituire nell’arco dei 20 anni successivi al momento in cui raggiunge i requisiti per la pensione; oltre all’APE volontaria ci saranno anche l’APE aziendale (con i costi che ricadranno sul datore di lavoro) e l’APE sociale (a carico dello Stato) per i lavoratori in difficoltà.
La platea dei beneficiari della quattordicesima verrà allargata anche a chi percepisce 1.000 euro (la soglia attuale è 750 euro) e sono previsti aumenti anche per chi già riceve questa mensilità aggiuntiva; viene innalzata anche la no-tax area a 8.125 euro per i pensionati over 75; con la RITA sarà possibile riscattare la pensione complementare a condizioni agevolate, in modo da poter contare su una rendita temporanea nel periodo che manca al raggiungimento dei requisiti per la pensione. Nella fase 1 della riforma pensioni rientra anche il cumulo dei contributi per raggiungere la pensione anticipata con il computo pro-rata sulla base delle regole di ogni gestione.
Le misure per lavoratori usuranti e precoci
Nel pacchetto degli interventi sono previste novità anche per i lavoratori usuranti: i correttivi elimineranno le finestre mobili, consentiranno alcune semplificazioni burocratiche e cancelleranno l’adeguamento alle aspettative di vita a partire dal 2019. In più ci sarà l’anticipo di 12 o 18 mesi sull’attuale requisito anagrafico della pensione per quei lavoratori che hanno svolto attività usuranti in almeno sette degli ultimi dieci anni di vita lavorativa o in almeno la metà degli anni della loro intera carriera.
Per quanto riguarda i lavoratori precoci invece c’è la possibilità di andare in pensione senza penalizzazioni dopo aver raggiunto i 41 anni di contribuzione: per farlo però bisogna aver compiuto i 62 anni di età e bisogna aver versato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni. Questa possibilità viene riconosciuta a chi ha svolto attività faticose, ai disabili e ai disoccupati senza ammortizzatori sociali. Anche se i confini della platea dei beneficiari deve ancora essere ben inquadrata, la scelta di applicare la Quota 41 ai soli lavoratori in difficoltà non è piaciuta molto, visto che si parla già di una manifestazioni di protesta il prossimo 18 ottobre.
Opzione Donna, le ultime notizie
Se per quanto riguarda la Quota 100 ci sono ulteriori rinvii (ma il sistema è già stato definito troppo costoso), in merito all’Opzione Donna le novità potrebbero giungere in tempi ristretti, visto che in questi giorni dovrebbe arrivare l’esito dei controlli che chiariranno quanti soldi sono rimasti dei 2,5 miliardi di euro stanziati l’anno scorso per questa misura. Da questo controllo dipenderà se ci sarà una proroga per questa Opzione e per quanto tempo: se le risorse saranno sufficienti ci potrebbe essere il rinvio del contributivo donna fino al 2018 (attualmente la scadenza è prevista per il 31 dicembre di quest’anno). In teoria l’Opzione Donna dovrebbe rientrare tra gli interventi più fattibili, visto che i fondi ci sono già. In passato si era parlato della possibilità di allargare il meccanismo anche agli uomini.