In ambito pensioni arriva qualche timido segnale positivo per quello che riguarda la proroga dell’Opzione Donna: questo argomento, insieme alla proposta sul reddito minimo garantito avanzata da Tito Boeri, è stato al centro degli incontri tra il presidente dell’Inps e i rappresentanti dei Ministeri di Lavoro ed Economia.
Cos’è l’Opzione Donna
L’Opzione Donna è un meccanismo che consente alle lavoratrici di 57 anni e 3 mesi di età (dodici mesi in più per le autonome) di richiedere le pensione anticipata con ricalcolo contributivo una volta raggiunti i 35 anni di contributi. Questa opzione poteva essere esercitata dalle donne che raggiungevano i requisiti entro il 31 Maggio (per le autonome), il 30 Novembre (per le dipendenti del settore privato) o il 31 Dicembre (per le dipendenti del pubblico) del 2014.
In origine il termine per raggiungere i requisiti era stato fissato al 31 Dicembre 2015, ma con due circolari l’Inps (con l’appoggio del Mef e della Ragioneria di Stato) anticipò le scadenze e aggiunse tre mesi al requisito dell’età anagrafica, applicando, in un modo che i soggetti interessati e i sindacati non hanno gradito molto, le regole sulla finestra mobile e l’adeguamento all’aspettativa di vita.
Nuovo incontro per la proroga: Poletti, Damiano e Inps sono favorevoli
Tra due giorni ci sarà un nuovo incontro in Commissione lavoro e si discuterà ancora dell’Opzione Donna. Boeri ha annunciato che l’Inps è disponibile alla proroga; anche Cesare Damiano (presidente della Commissione) e il ministro Poletti spingono per la risoluzione del problema con l’eliminazione delle restrizioni.
A contrastare il ripristino dei termini originali dell’Opzione Donna sono rimasti solo il Mef e i tecnici contabili della Ragioneria di Stato. Damiano ha ricordato che per l’Opzione Donna erano stati stanziati più di 1,6 miliardi, ma ne sono stati utilizzati solo 700 milioni. Le risorse per la proroga quindi ci sono, rimane da stabilire se il Governo intende utilizzarle in altro modo.