Il dibattito sulla riforma pensioni 2016 riprende i via: tra le soluzioni che vengono considerate c’è anche la Quota 100 rivista, per la quale potrebbe esserci un’applicazione in fase sperimentale. Non è l’unica misura che potrebbe essere introdotta in “prova” per testarne il funzionamento in pratica prima di approvarla (o meno) in modo definitivo; il part time per gli over 63 inserito nella legge di Stabilità ha superato la prima lettura del Senato.
Riforma pensioni: fino ad ora poche buone notizie
Ormai la gente si è abituata (ma non rassegnata) ad accogliere con scarso ottimismo tutte le notizie che riguardano le pensioni negli ultimi tempi si è dovuto assistere alla mancata estensione dell’Opzione Donna, alla conferma del blocco delle perequazioni automatiche a partire dal 2017 per le pensioni che sono tre volte superiori al minimo, alla riduzione delle risorse destinate alla pensioni di precoci e di coloro che hanno svolto lavori usuranti, fino ad arrivare all’esclusione della flessibilità dalla manovra.
Quota 100 e alte misure che potranno essere applicate in via sperimentale
Le premesse per non essere allegri ci sono tutte, ma secondo alcune indiscrezioni c’è la speranza che nel 2016 venga applicata in via sperimentale la Quota 100. Questa è solo una delle tante varianti che hanno preso spunto dalla proposta di riforma pensioni a quote avanzata da Cesare Damiano. La Quota 100 potrebbe essere applicata con l’erogazione di una mini pensione per ridurre le penalizzazioni, che arriverebbero fino al 12%, oppure con applicazione della penalizzazione sempre del 12%, ma con l’uscita a 64 anni e non più a 60 come previsto dall’ipotesi iniziale. In questo modo verrebbe aggirato il problema principale che ostacola l’applicazione della Quota 100: la sostenibilità economica.
Come detto, la Quota 100 rivisitata non è l’unica misura che potrebbe entrare nella riforma pensioni 2016 in via sperimentale. Si parla anche dell’assegno universale e dell’estensione dell’Opzione Donna (con ricalcolo contributivo) anche ai lavoratori di sesso maschile. Naturalmente è difficile che queste proposte possano trovare un’applicazione reale in tempi brevi: è più concreta invece la possibilità che già dal 2016 possa diventare realtà il blocco delle perequazioni alla detassazione per gli assegni ricevuti da pensionati che hanno più di 75 anni.
Part-time per over 63: superata prima lettura in Senato
Dopo la prima lettura in Senato, nella legge di Stabilità è rimasta la possibilità per i lavoratori del settore privato che anno contratti a tempo indeterminato di richiedere il part time a partire dall’età di 63 anni e 7 mesi (un anno in meno per le lavoratrici). Anche questa misura entrerà in vigore a titolo sperimentale tra il 2016 e il 2018: in pratica i lavoratori che si avvicinano alla pensione possono attivare su base volontaria questa opzione di passare gli ultimi tre anni di carriera svolgendo un orario di lavoro ridotto (tra il 40 e il 60%) senza che la cosa influisca sull’importo delle loro pensioni . Il Governo ha già stanziato 250 milioni di euro per questa novità, ma bisogna vedere quanti ne potranno approfittare, visto che per ottenere il part time il lavoratore deve trovare un accordo con l’azienda per cui lavora, che comunque dovrà continuare a versare l’intera contribuzione netta fino al momento del pensionamento.