Molto spesso si sente dire che in Italia la pressione fiscale è troppo elevata, ma altrettanto spesso i Governi che si sono alternati hanno rinnovato le promesse (più o meno mantenute) di abbassare le tasse: in questi giorni si parla della riforma degli scaglioni Irpef, anche se le ultime ultime notizie parlano di un rinvio; vediamo quali saranno le nuove aliquote e i nuovi importi e scopriamo cosa cambierà e da quando.
Taglio tasse: cosa cambia e da quando
Il ministro dell’Economia Padoan ha recentemente dichiarato che la pressione fiscale continuerà a scendere (è calata di un punto percentuale dal 2013), ma quello che era il punto forte di quel progetto di taglio annunciato un paio di anni fa, ovvero la riforma degli scaglioni Irpef, non verrà anticipata al 2017 come era stato pronosticato negli ultimi tempi, ma arriverà solo nel 2018. Nella legge di Stabilità 2017 quindi ci saranno il taglio dell’Ires e probabilmente altre misure di stimolo fiscale legate alle attività produttive (ad esempi salari di produttività e super ammortamenti), oltre alle novità per le partite Iva.
La discussione sulle aliquote Irpef è sempre di moda: molto spesso, soprattutto nei periodi più bui della crisi, è stato fatto riferimento all’applicazione di una flat tax (in pratica un’unica aliquota per tutti), ma neanche la prossima riforma fiscale porterà a questo risultato. D’altronde l’Irpef è nata nel ’73 proprio per inserire il concetto di scaglioni e adeguarsi a quando indicato dall’articolo 53 della Costituzione, che prevede che ogni cittadino debba contribuire alla fiscalità in proporzione alla propria forza economica.
Riforma scaglioni Irpef, la situazione attuale e le novità dal 2018: importi e aliquote
Nel 2016 (e a questo punto quasi sicuramente anche nel 2017) l’Irpef verrà calcolato in base ai cinque scaglioni attualmente previsti a ciascuno dei quali corrisponde un’aliquota.
- Scaglione 1: da 0 a 15.000 euro di reddito percepito nell’anno, aliquota del 23% (tassazione massima pari a 3.450 euro)
- Scaglione 2: da 15.001 a 28.000 euro di reddito, aliquota del 27% (tassazione massima pari a 6.090 euro)
- Scaglione 3: da 28.001 a 55.000 euro di reddito, aliquota del 38% (tassazione massima pari a 17.220 euro)
- Scaglione 4: da 55.001 a 75.000 euro di reddito, aliquota del 41% (tassazione massima pari a 25.420 euro)
- Scaglione 5: da 75.0001 euro in su, aliquota del 43%.
Bisogna specificare che la maggiore aliquota si paga esclusivamente sulla somma che supera ogni scaglione: giusto per fare un esempio, una persona che ha un reddito di 20.000 euro vedrà applicarsi l’aliquota più bassa per i “primi” 15.000 euro, mentre per gli altri 5.000 scatta l’aliquota prevista per il secondo scaglione.
Alla domanda “quando cambieranno le cose?” abbiamo già risposto: la riforma degli scaglioni Irpef arriverà solo nel 2018; più difficile rispondere al quesito “come cambieranno le cose?”. Si parla di ipotesi: c’è chi dice che ci sarà una riduzione di circa un punto delle aliquote per gli scaglioni intermedi e chi invece parla della riduzione del numero degli scaglioni dagli attuali cinque a quattro o tre, con tagli più corposi per la fascia di reddito più bassa.
Partite Iva, cambiamenti in vista
Per quanto riguarda le partite Iva il 2017 dovrebbe portare interessanti novità. Si parte dalla semplificazione, con gli imprenditori che non avranno più l’obbligo di inviare le informazioni ai fini Iva all’Agenzie delle Entrate se scelgono di utilizzare la fatturazione elettronica (con altri esoneri fiscali per determinate comunicazioni e rimborsi Iva). Per il lavoratori che hanno la gestione separata Inps il Governo sembra intenzionato ad abbassare l’aliquota dal 27% al 25%, congelando gli aumenti previsti; i lavoratori a progetto passeranno alla gestione ordinaria Inps, con diritti uguali a quelli dei “normali” lavoratori con partita Iva e con la possibilità di accedere al sussidio di disoccupazione Naspi nel caso in cui dovessero perdere il loro lavoro. E non va dimenticata l’introduzione del regime di cassa: le tasse verranno pagate non su quanto fatturato, ma su quanto percepito. Non rimane che attendere e vedere se la prossima legge di Bilancio confermerà tutte queste importanti modifiche.