Il Governo ha scelto la linea dura sulla riforma del Senato: nonostante le proteste e le sospensioni, non ci sarà nessun rinvio in commissione. Probabilmente lo screzio con la minoranza del PD dell’altro ieri (quando ha abbandonato il tavolo delle trattative) ha convinto l’Esecutivo a mostrare i muscoli.
Lo strappo tra il Governo Renzi e la minoranza PD
Durante una conferenza stampa con il primo ministro lussemburghese Xavier Bettel, il premier Renzi respinge le accuse di coloro che affermano che il suo Governo vuole fare le cose troppo in fretta, rispondendo che questa riforma è attesa da 70 anni e che sei mesi per lettura non sono affatto pochi. Se Grasso deciderà di riaprire la questione in merito dell’articolo 2, prosegue Renzi, la maggioranza è pronta ad ascoltare le motivazioni e ad agire di conseguenza.
La minoranza PD intanto pare convinta a ripresentare anche per l’esame d’Aula i 17 emendamenti alle riforma costituzionali già depositate in Commissione. Il senatore Corradino Mineo spiega che piuttosto che avere quello che sarebbe un bicameralismo pasticciato è meglio un monocameralismo esplicito: tra gli emendamenti c’è anche la proposta di abbassare il numero dei deputati da 630 a 500.
Calderoli parla di regime, Movimento 5 Stelle e Forza Italia chiamano Mattarella
Parla addirittura di presupposto per un ritorno del fascismo il leghista Calderoli: la combinazione tra ddl boschi e nuova legge elettorale potrebbe dare ad un partito che raccoglie solo il 25% dei voti la possibilità di scegliere i componenti del CSM, le Autorità, il Presidente della Repubblica e i giudici della Consulta. In pratica, secondo Calderoli, con le riforme portate avanti dal Governo il partito di maggioranza si prenderebbe tutti gli organi di garanzia e questo trasformerebbe il sistema in un regime.
Anche Sel esprime la sua contrarietà alla riforma del Senato, che ha mosso anche dubbi sulla costituzionalità del ddl Boschi: i suoi effetti sarebbero in contrasto con l’articolo 1 in particolare, ma in generale anche con l’intero impianto della Costituzione, visto che produrrebbe un restringimento esagerato della democrazia e della sovranità del popolo.
Il leader del Movimento 5 Stelle Beppe Grillo affida al suo blog un appello al Presidente Mattarella: la scelta del Governo di portare all’esame dell’Aula la riforma costituzionale senza che prima venissero conclusi i lavori nella competente Commissione (andando contro quanto stabilito dalla Costituzione) dovrebbe sollecitare la sensibilità del Capo dello Stato. Anche Gasparri di Forza Italia chiede l’intervento di Mattarella: è intollerabile il comportamento del Governo sull’iter della riforma costituzionale, una vera e propria prova da regime.