Tra i vari rinnovi di contratto nell’ambito della Pubblica Amministrazione previsti per il 2019 troviamo quello relativo alle forze di polizia. Questa disciplina fa parte di un discorso molto più ampio e rientra in quella comunemente chiamata Legge di Bilancio, ovvero una norma attraverso cui ogni anno il Parlamento della Repubblica Italiana approva il consuntivo inerente la situazione economica dello Stato. Dunque sono molti gli argomenti che possono essere inclusi in una Legge di Bilancio e i rinnovi contrattuali per le Forze di Polizia, ricomprese nell’ambito della Pubblica Amministrazione, rientrano spesso all’interno dei vari provvedimenti. Andiamo quindi a vedere quali sono le ultime sulla questione, focalizzando la nostra attenzione in particolare sulle manovre economiche riguardanti i contratti della Polizia di Stato e di quella Penitenziaria.
Polizia di Stato e Penitenziaria: ultime notizie su rinnovo contratto 2019
Come abbiamo già anticipato, la Legge di Bilancio 2019 è stata approvata passando per il voto di Camera e Senato proprio pochi giorni prima del nuovo anno. Nonostante le novità siano davvero molte, con una manovra economica tra le più significative in assoluto che contempla un taglio di 7 miliardi di Euro al fine di ridurre il deficit (dal 2,4% al 2,04%) è improbabile aspettarsi modifiche sostanziali riguardo agli accordi contrattuali della Pubblica Amministrazione. Tutti i dipendenti della Polizia di Stato potrebbero dover aspettare il rinnovo a lungo, almeno con un anno di ritardo. Questo perché le risorse messe in preventivo all’interno della Legge di Bilancio 2019 non sembra vadano a focalizzare la loro attenzione su questa tipologia di provvedimenti e quindi lo spazio di manovra si riduce notevolmente. Risulta infatti difficile immaginare che Governo e Sindacati possano giungere ad un accordo soddisfacente per ambo le parti in causa, almeno in questa prima fase economica del triennio 2019-2021. Un altro aspetto che getta nell’incertezza la questione del rinnovo di contratto 2019 per Forze di Polizia è il parere dell’UE sull’attuale Legge di Bilancio e sulle previsioni di spesa che il Governo ha programmato per i prossimi anni. Eventuali indicazioni correttive da parte di Bruxelles porterebbero a dover riformulare molti provvedimenti, soprattutto dal punto di vista economico. All’interno della manovra contenuta nella Legge di Bilancio 2019 il Governo ha pianificato lo stanziamento di risorse economiche per un totale di 1,1 Miliardi nel 2019, 1,4 Miliardi nel 2020 e 1,8 Miliardi nel 2021, di cui 630 Milioni destinati proprio alle Forze dell’Ordine. Questi dati fanno pensare che i margini per un rinnovo del contratto saranno certamente più ampi a partire dal prossimo anno, mentre le ristrettezze di quello in corso frenano anche le più rosee aspettative. Discorso diverso per quanto riguarda il bonus da 80 Euro già previsto dalla Legge di Stabilità 2016, con tutti gli arretrati riferiti al biennio precedente che finiranno direttamente nella busta paga mensile dei dipendenti nella Pubblica Amministrazione. Questo contributo economico vale anche per la Polizia di Stato e in particolare il sussidio è stato definito col termine bonus 80 Euro polizia, di cui ne possono beneficiare tutti coloro che percepiscono un reddito annuale massimo di 26.600 Euro. Inoltre è bene precisare che tale contributo integrativo dello stipendio mensile non va a generare un aumento delle imposte dirette (IRPEF) sulla dichiarazione redditi 2018; gli 80 Euro non possono quindi essere soggetti a tassazione ulteriore. Per il 2019 i dipendenti della Pubblica Amministrazione, inclusi tutti coloro che lavorano nella Polizia di Stato, subiranno il taglio relativo al contributo economico di 80 Euro. L’attuale Governo ha infatti deciso di prendere una strada diversa rispetto al predecessore e questo cambiamento andrà ad incidere, a almeno in una prima fase, sulle integrazioni retributive dei lavoratori statali.
C’è da dire che il rinnovo di contratto Forze di Polizia, atteso ormai da anni, dovrà passare per una lunga trattativa che vedrà protagonisti i sindacati oltre al Governo. Gli accordi pregressi sono scaduti il 31 dicembre 2018 e le associazioni di categoria richiedono con urgenza un tavolo di discussione per trovare un’intesa sul triennio 2019-2021. A formare lo schieramento dei sindacati di settore pronti alle trattative ci sono Siulp, Siap, Silp-Cgil, che assieme ad altre associazioni di lavoratori hanno tenuto a ribadire l’attuale stato di immobilismo riguardo la questione dei rinnovi di contratto per le Forze di Polizia. Strano insomma che ancora non si muova nulla, vista anche l’apertura sul tema fornita negli ultimi mesi dal Ministero degli Interni che non ha però prodotto nulla di sostanziale. Una delle parti più contestate dalle organizzazioni sindacali in merito alla vicenda sui rinnovi contrattuali è l’assenza di un aggiustamento normativo che vada a definire in maniera specifica la disciplina in questione. C’è poi da aggiungere il discorso relativo alle promesse che l’attuale esecutivo si è impegnato a rispettare di fronte ai cittadini italiani tramite la stipula del “contratto di governo”. All’interno degli accordi tra le formazioni politiche attualmente al potere sono presenti alcuni passaggi molto importanti che riguardano con attenzione le Forze Armate. Nello specifico, il Governo ha programmato un piano di riassestamento e sviluppo nel settore sicurezza riassumibile in tre punti principali: 1) Assunzione di nuove risorse per riempire la carenza degli organici; 2) Rimodulazione delle carriere con lo scopo di mettere ordine alle ambiguità lasciate dai precedenti esecutivi; 3) Rinnovo vero e proprio del contratto al fine di valorizzare la professionalità di chi ricopre una divisa. Ma ad oggi la situazione continua ad essere quantomeno statica, senza novità rilevanti che possano far pensare a rapidi stravolgimenti. Dunque l’orizzonte non sembra ancora molto rischiarato, soprattutto se si pensa al fatto che un argomento come quello inerente il rinnovo dei contratti per le Forze dell’Ordine era stato tra i più gettonati durante il periodo di campagna elettorale. Negli ultimi anni le associazioni di categoria a tutela dei dipendenti della Polizia di Stato hanno denunciato una costante lontananza delle istituzioni, andando oltre il mero discorso economico e toccando tematiche come le condizioni lavorative spesso precarie e la mancanza di sicurezza. Questi ultimi due aspetti non sono trascurabili, poiché chiunque ricopra un ruolo con una divisa ha compiti di responsabilità civili molto importanti e deve poter vivere la propria situazione professionale ricevendo garanzie di tutela dallo Stato.
Rinnovo contratto Polizia di Stato e Penitenziaria 2019: quanto aumenterebbe lo stipendio?
Dopo aver affrontato la tematica del rinnovo contratto per le Forze dell’Ordine 2019 dal punto di vista delle notizie d’attualità, passiamo ora ad analizzare in concreto le cifre che sarebbero coinvolte in un eventuale accordo tra Governo e parti sociali. Il sindacato di Polizia Silp-Cgil, attraverso un comunicato a mezzo stampa, ha redatto una probabile mappa di suddivisione in merito ai contributi economici previsti nel nuovo contratto, cercando di spiegare cosa cambia con il rinnovo previsto per il periodo 2019-2021. Questa analisi prevede anche un raffronto con le condizioni precedenti già contenute all’interno dei vecchi accordi contrattuali, specie in riferimento all’ultimo triennio 2016-2018. Partendo sempre dal presupposto che le risorse messe a disposizione sono di 1,1 miliardi nel 2019, 1,4 miliardi nel 2020 e 1,8 miliardi nel 2021, un’analisi di calcolo relativa agli aumenti in busta paga per ogni dipendente della Polizia di Stato o Penitenziaria produrrebbe i seguenti scenari:
- Incremento medio lordo dell’1,3% (31 Euro) al mese per il 2019
- Incremento medio lordo dell’1,65% (40 Euro) al mese per il 2020
- Incremento medio lordo dell’1,95% (47 Euro) al mese per il 2021
Stando a queste previsioni economiche, che tra l’altro risultano in linea con le tabelle in riferimento all’indice IPCA dell’ISTAT, gli aumenti potrebbero addirittura essere ridotti se comparati a quelli previsti nel precedente accordo. Bisogna dire che tale analisi non soddisfa certamente le associazioni di categoria, le quali denunciano un mancato miglioramento rispetto alle condizioni contrattuali in vigore gli scorsi anni. Sembra lontano anche lo stesso 2018 che aveva visto un incremento del 3,48% della retribuzione tabellare, quantificato in un aumento medio di 85 Euro. A conclusione dell’accurata analisi economica condotta in merito alla questione, il sindacato Silp-Cgil ha inoltre espresso con chiara fermezza il suo disappunto per i continui rinvii da parte dell’attuale esecutivo, sottolineando allo stesso tempo come Palazzo Chigi avesse più volte tenuto a ribadire l’importanza degli uomini in divisa e della loro funzione sociale per tutta la nazione. Ma di trattative concrete al momento neanche l’ombra, mentre filtra scetticismo perfino su alcune clausole previste nel nuovo accordo per Polizia di Stato e Penitenziaria che garantirebbero un’indennità di vacanza contrattuale, aspetto questo ritenuto decisivo dal Governo per definire il rinnovo 2019 come procedimento già avviato. L’attuale esecutivo ha puntato infatti sull’inserimento di queste clausole che permetterebbero ad ogni dipendente di ottenere maggiori agevolazioni economiche rispetto al passato. Per quanto riguarda l’indennità di vacanza contrattuale (IVC) parliamo in sostanza di una voce retributiva che farà il suo esordio assoluto all’interno della busta paga mensile spettante ad ogni lavoratore della Polizia di Stato o Penitenziaria.
Nello specifico si tratta del periodo ricompreso tra la scadenza del vecchio contratto e l’entrata in vigore del nuovo. Trascorsi almeno 3 mesi in ogni busta paga viene corrisposta una somma integrativa pari al 30% del tasso d’inflazione parametrato allo stipendio. Dopo i primi 6 mesi questa cifra aumenterà addirittura al 50%, mentre l’indennità di vacanza contrattuale andrà a decadere nell’esatto momento in cui entrerà in vigore il nuovo CCNL (Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro). La certezza è che dall’1 aprile 2019 la voce retributiva IVC verrà automaticamente inserita, dal momento che i vecchi accordi messi nero su bianco sono scaduti il 31 dicembre 2018 e quindi i 3 mesi di tempo saranno già trascorsi. Il clima rimane comunque piuttosto teso e soprattutto i provvedimenti in questione sono letti in maniera diametralmente opposta dalle parti in causa. Inoltre l’attuale esecutivo aveva già rassicurato lo scorso novembre che a breve giro di posta sarebbero stati mandati gli inviti alle parti sociali, con lo scopo di aprire velocemente il tavolo delle trattative. Ma passati gli ultimi mesi i sindacati continuano a ravvisare ritardi e rinvii che tendono ad inasprire i toni del dibattito. Diventa quindi molto probabile lo scenario per cui sarà il 2020 l’anno buono per ridefinire le posizioni contrattuali di categorie lavorative come Polizia di Stato e Penitenziaria, sebbene i nuovi accordi non siano certo facili da trovare e soprattutto occorra una discussione approfondita tra le parti in causa vista l’attuale distanza.