È iniziato stamattina alle otto il lungo giorno del Referendum Brexit: fino alle 23:00 (ora italiana) più di 46 milioni di britannici potranno esprimere con il voto la loro opionione sull’uscita o la permanenza della Gran Bretagna dall’Unione Europea; scopriamo se secondo gli ultimi sondaggi vincerà il Sì o il No (o forse sarebbe meglio dire Leave o Remain) e vediamo quando si potrà conoscere l’esito finale della consultazione.
Leave o Remain: Quando si vota e quando si saprà se vincerà il Sì o il No?
I dubbi sono tanti: chi è fuori è fuori, tuonano da Bruxelles, eppure gli avvertimenti (le minacce?) che arrivano dall’UE non sembrano aver spaventato molto i britannici, visto che i sondaggi continuano a parlare di un testa a testa tra Leave e Remain. L’Europa è preoccupata, Juncker si consulta con i leader dell’Unione, ma anche nei mercati c’è tanta tensione: se il referendum viene vinto dal fronte della Brexit ci si aspetta un venerdì nero per la sterlina, accompagnato da effetti negativi per tutte le Piazze del Vecchio Continente.
Le urne resteranno aperte fino alle 23:00; le allerte meteo che sono state diramate in queste ore probabilmente non riusciranno ad impedire al popolo britannico di andare a votare su un tema che, a prescindere dal Sì o dal No, viene molto sentito. Non ci saranno gli exit poll, almeno non ufficialmente, ma sono in tanti a credere che già questa notte o al massimo nelle primissime ore di domani mattina inizieranno a circolare le prime proiezioni. Entro le 8:00 di domani mattina si dovrebbe sapere l’esito definitivo del Referendum Brexit.
I sondaggi e i primi effetti sui mercati
Gli ultimi sondaggi, come detto, parlano di un certo equilibrio. Il clima che ha accompagnato la campagna elettorale non è stato affatto dei migliori (i toni si sono leggermente abbassati solo dopo l’assassinio della deputata laburista Jo Cox da parte di uno squilibrato), secondo le elaborazioni di Ipsos-Mori di ieri sera il fronte del Remain sarebbe in leggero vantaggio su quello della Brexit con un 52% a 48%. Subito dopo la diffusione di questi dati la sterlina ha preso il volo e ha raggiunto il massimo di sei mesi nei confronti del dollaro guadagnando l’1,2%. Anche altri due sondaggi dell’ultimo minuto danno in vantaggio il Remain: secondo l’istituto Comres la vittoria sarebbe abbastanza netta (54%-46%), mentre per Yougov le distanze sarebbero davvero minime (51%-49%). Insomma, sembra che l’esito finale del Referendum sia indirizzato verso il No, ma i sondaggi non sono sempre affidabili, soprattutto quando il popolo è spaccato praticamente a metà e i distacchi sono così ridotti.
Le conseguenze della Brexit
Come abbiamo già detto in un altro articolo, prevedere con precisione le conseguenza della Brexit è molto, molto difficile: si tratterebbe di un precedente dagli effetti imprevedibili. In molti però sono certi che l’uscita dall’Unione Europea porterà la Gran Bretagna in un difficilissimo periodo dal punto di vista economico: i dubbi sono sulla durata di questa fase, che sarebbe temporanea secondo chi spinge per la Brexit e duratura per gli altri. Più o meno tutti i Paesi membri però soffriranno un po’sul versante commerciale e finanziario (l’Italia viene indicata tra gli Stati che subirebbero meno le conseguenze), ma c’è chi dice che la Brexit sarebbe un pericolo soprattutto per la stabilità politica dell’Unione Europea: se gli effetti negativi della Brexit si riveleranno solo temporanei non è impossibile escludere che altri Stati decidano di ripercorrere lo stesso cammino; gli euroscettici sono praticamente dappertutto e un eventuale superamento delle difficoltà da parte della Gran Bretagna ne farebbe di certo aumentare il numero.
Cosa cambia per gli italiani se al Referendum vince il fronte del Leave
Ora un po’ di sano egoismo tricolore: cosa cambierà per gli italiani in caso di vittoria del Leave? Non è un argomento da sottovalutare, visto che a Londra c’è la più grande comunità di italiani all’estero: tra studenti e lavoratori la capitale inglese ospita più di duecentomila nostri connazionali. Per il momento non ci saranno novità, nel senso che nella fase di negoziazione tra Bruxelles e UK (che durerà come minimo due anni) continueranno ad essere rispettate le attuali regole. In futuro è probabile che i cittadini comunitari per rimanere in Gran Bretagna debbano richiedere un visto collegato al lavoro (che quindi viene ritirato in caso di disoccupazione); per gli studenti non britannici c’è il rischio di un aumento delle tasse universtarie, ma queste sono solo alcune tra le ipotesi che vengono “snocciolate” in questi giorni e che vengono ritenute più plausibili.