Tragedia a Santiago de Compostela, treno imbocca la curva a 190 km/h
Un tempo considerato il limite estremo della terra, Santiago de Compostela è conosciuta al mondo soprattutto per essere meta, fin dal Medioevo, del pellegrinaggio dei fedeli verso il Santuario dell’apostolo Giacomo il Maggiore, divenuto poi Cattedrale e Basilica.
La tradizione vuole che l’apostolo, nella sua opera di evangelizzazione della Spagna, si spinse fino in Galizia, regione di cultura celtica. Terminato il compito nella penisola iberica, proseguì verso la Palestina, dove fu decapitato. I suoi discepoli riportarono il corpo in Galizia e qui lo seppellirono. Nei secoli successivi le persecuzioni e i divieti di visitare il luogo fecero perdere le tracce sia della tomba sia della memoria dell’apostolo, fino a quando, nel 813 circa, un eremita vide delle strane luci simili a stelle nelle vicinanze di antiche fortificazioni di un precedente villaggio celtico. In quel punto venne riscoperta la tomba di Santiago contenente il corpo decapitato dell’apostolo.
Si pensa che Compostela derivi da Campus Stellae (campo della stella) o da Campos Tellum (terreno di sepoltura).
Successivamente, Alfonso II, re delle Asturie e della Galizia, ordinò che nel luogo di ritrovamento del corpo dell’apostolo venisse costruito un tempio: iniziarono così i primi pellegrinaggi alla tomba di Santiago. Con la costruzione della Cattedrale nel 1075, Santiago divenne meta di milioni di fedeli che, partendo da ogni parte d’Europa, seguivano le tappe tra Francia e Spagna di quello che divenne il celebre Cammino di Santiago de Compostela.
Il 25 luglio alle 20.42 il viaggio di numerosi pellegrini si è però tragicamente interrotto a 3 km da Santiago. Il treno Avila 141 della linea ad alta velocità (AVE), partito da Madrid e con capolinea Ferrol, è deragliato nei pressi della biforcazione di Grandeira. Sembra che il treno abbia imboccato la curva all’eccessiva velocità di 190 km/h contro il limite di 80 km/h, provocando l’uscita dai binari e lo schianto contro un muro della motrice, la seconda carrozza si sgancia e causa l’innalzamento delle altre che si riversano l’una sopra l’altra. Delle circa 250 persone, almeno 80 sono morte e 178 sono rimaste ferite. Tra le vittime numerosi stranieri, forse anche un italiano, ma a tal proposito non sono ancora giunte conferme ufficiali, così come il bilancio finale delle vittime. È il secondo incidente più grave della storia ferroviaria spagnola, il precedente risale al 1980 quando un treno in viaggio tra Madrid e Valencia deragliò causando la morte di 27 persone.
I testimoni parlano di un forte boato, quasi come un’esplosione, cosa che inizialmente ha fatto pensare a un attentato, come quello che l’11 marzo 2004 colpì Madrid e causò 191 morti. Eliminata l’ipotesi dell’attentato, anche se lo scenario della carneficina è molto simile, si cerca subito di capire quale sia stata la causa dell’incidente: guasto tecnico? errore umano? La certezza di quanto è accaduto si avrà con i dati della scatola nera, sulla quale è registrato tutto, anche se il macchinista, rimasto illeso, ma ora in ospedale e in stato di fermo su decisione del tribunale, avrebbe dichiarato di essere consapevole della velocità elevata, aggiungendo: «Spero non ci siano morti perchè me li porterei sulla coscienza».
Francisco Josè Gazon Amo, macchinista di 52 anni con molta esperienza, non ha spiegato il motivo di tale velocità. Emerge però che, nel marzo 2012, l’uomo aveva postato sulla sua personale pagina di Facebook una foto con il tachimetro del treno che segnava 200 km/h, un amante del rischio?
Le indagini per far luce sulla tragedia continuano, si esclude che il motivo della velocità sia stato il leggero ritardo con cui viaggiava il treno, resta da capire se si tratti di negligenza o un guasto tecnico ai sistemi di sicurezza che dovrebbero intervenire in caso di violazioni dei protocolli (come la velocità elevata, dove non prevista). Un guasto della motrice è ritenuto poco probabile perché proprio in mattinata il treno era stato sottoposto a una revisione prima di partire.
I passeggeri sopravvissuti sono sotto choc, raccontano che, una volta estratti dalle lamiere, si sono trovati avvolti da fumo, circondati da cadaveri in ogni angolo, «Sembrava un girone dantesco», ha dichiarato il presidente della Galizia.
Il re Juan Carlos di Spagna e il principe ereditario Felipe hanno sospeso le attività ufficiali per lutto; il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato al sovrano spagnolo un messaggio di cordoglio rivolto a tutto il popolo e alle famiglie delle vittime; il presidente della Commissione europea Jose Manuel Barroso e il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz hanno espresso le loro sentite condoglianze al presidente del governo spagnolo Mariano Rajoy.
Proprio il presidente Mariano Rajoy è al centro di numerose critiche, sembra infatti che nel comunicato di condoglianze abbia commesso un maldestro errore di copia e incolla: il quotidiano spagnolo El Pais ha diffuso il documento in cui, dopo una prima parte sulla tragedia spagnola, a un certo punto compare la citazione sul terremoto cinese a Gansu, con il rammarico del presidente per le vittime della città cinese.