Lo scrittore Roberto Saviano scrive una lettera al primo ministro Matteo Renzi, rimarcando il fatto che il Sud è stato letteralmente abbandonato dalle istituzioni. Non è la prima volta che Saviano critica pubblicamente gli esponenti del PD, infatti sono ancora vive nella memoria le sue parole contro De Luca durante il periodo delle votazioni regionali in Campania.
Saviano a Renzi: le istituzioni chiedano scusa alla gente del Sud
Nella sua lettera, Roberto Saviano scrive che le istituzioni dovrebbero chiedere scusa a tutta quella gente (e parliamo di milioni di persone) che è stata considerata come un peso, ma, contemporaneamente, anche come un serbatoio da cui attingere energie. L’argomento principale della lettera è la situazione del Sud Italia, una zona dove da sempre i diritti si devono comprare.
Roberto Saviano ricorda al Premier che nel Meridione spesso la gente è costretta a ricorrere alla corruzione, anche solo per poter avere quello che gli spetta (dai documenti alla possibilità di intraprendere un’attività). Per evidenziare ulteriormente la gravità della situazione, l’autore napoletano dice che dal Sud non va via solo chi emigra in cerca di fortuna, ma anche le mafie stanno scappando.
Anche le mafie spostano i loro affari al Nord
Il Meridione non rappresenta più neanche per la criminalità organizzata il luogo giusto per gli investimenti: non ci sono più neanche quei soldi sporchi e insanguinati messi in circolo dalle mafie, che ormai hanno spostato verso Nord e all’estero i loro affari. La situazione è ormai compromessa, con le deindustrializzazione non c’è più un’economia e una cultura del lavoro, ma bisogna comunque che le istituzioni facciano qualcosa.
La direzione PD sulla questione del Mezzogiorno
Ma prima di dare un segnale, di fare qualcosa di concreto che possa riaccendere le speranze, Roberto Saviano chiede alla classe dirigente di ammettere che finora non ha fatto nulla. La questione relativa al Mezzogiorno verrà affrontata dalla direzione del Partito Democratico nel pomeriggio di venerdì 7 Agosto al Nazareno.