Ce ne sono più di mille. Si esce sempre, anche quando piove, perché si impara sempre dalla natura, anche nei momenti più avversi.
Sono vere e proprie scuole dove non vi sono ne banchi, ne lavagne, ma dove si impara sulla pratica anziché solo sui libri. Ovviamente l’idea è partita dai paesi nordici, sempre avanti per le innovazioni scolastiche, negli ultimi decenni ed, ora, anche in Italia ci si sta provando ad approcciare a questa nuova tipologia di scuola.
Ad Ostia c’è un asilo, L’asilo nel bosco, appunto, nato lo scorso settembre tra mille difficoltà. Ora è stato preso da una scuola pubblica e vanta venti bambini fino ai 5 anni che giocano ed imparano per le campagne capitoline con piante ed animali.
In Emilia, precisamente Bologna, c’è stata la prima sperimentazione della “scuola nel bosco” in Italia. Dopo settimane di prova hanno attuato un programma di formazione ed educazione per 1.300 insegnanti.
Nella foresta i bambini osservano i fenomeni naturali, imparano il rispetto per la natura ed apprendono in maniera differente dalla scuola normale, con risultati eccellenti. Si esce sempre, anche con la pioggia. Ci si copre bene, con impermeabili e stivaletti e via subito a giocare ed imparare. Anche i pediatri sostengono questo nuovo tipo di apprendimento, dicendo che stare sempre dentro, con i batteri, può essere nocivo dopo un po.
La vera nascita della “scuola nel bosco”, però, si ha alla fine dell’800 nelle aperte campagne, dove i bimbi potevano imparare a vivere all’aperto e a creare gruppo insieme agli altri piccolini. Molto famosa fu Ella Flatau, educatrice danese, che ispirò gli educatori di Ostia facendo, negli anni 50, di questo gioco nel bosco, una vera e propria scuola pedagogica per bambini, adottata successivamente dagli altri Paesi europei.
La scuola nel bosco, un modo nuovo per imparare a vivere e rispettare colei che ci circonda e protegge: la natura!