Arriva nelle sale uno Spider-man tutto nuovo, nato dal genio creativo di phil Lord e Chris Miller. Di “Spider-man un nuovo universo” vi forniremo trama, recensione e commento
Miles Morales è un ragazzo che si sta per trasferire in una scuola privata di Manhattan. Il suo arrivo in una realtà tutta nuova, lo porterà a scontrarsi con la crescita e a capirne le prime difficoltà. Nel frattempo, in una delle sue numerose visite dallo zio Aron, tra un murales e una scritta, nel covo dove spesso Miles esprime la sua arte, viene punto da un ragno. Il giorno dopo, sin dal primo risveglio, si sente strano e trova paradossale la possibilità di diventare come quell’eroe dei fumetti, quel Peter Parker, che oramai non è più tanto lontano da lui.
Video Recensione del nostro inviato
Recensione di “Spider-Man, un nuovo universo”
Nel 2002 tutto ebbe inizio. Sam Raimi e Tobey McGuire, così il primo Spider-man mosse i primi passi nel mondo del cinema. Da quel momento litigi, discussioni, 3 film e in seguito il cambio di rotta. Andrew Garfield, l’attore del momento, nel 2012 venne coinvolto per un eventuale nuovo progetto sulla figura dell’Uomo Ragno ma, a causa di particolari divergenze interne tra Sam Raimi e la produzione, dalla Sony optarono per un reboot della saga, ispirato alla serie “Ultimate” del fumetto, coinvolgendo un team di creatori e di attori completamente nuovi. L’esperimento si concluse nel 2014. Parallelamente Marvel e Disney, ampliarono passo dopo passo i loro diritti sulla realizzazione cinematografica di alcuni fumetti. In quel periodo Fox deteneva i diritti su X-men e simili, Sony su Spider-man e Fantastici 4. La fetta più interessante di torta era in mano a Sony visto anche l’imminente arrivo della guerra civile tra Captain America e Tony Stark dove bisognava inserire un personaggio giovane come Peter Parker. Così lo scorso anno la terza versione di casa Disney è arrivata al cinema, fresca, innovativa, nonostante la ripetitività del tema. Ma ora si sentiva tutto il bisogno di un quarto Spider-man? Si.
Partendo dal fatto che questo Spider-man ha una storia personale lontana dalle gesta e dalle origini di Peter. Creato nel 2011 in un periodo in cui l’America stava cambiando volto grazie a un uomo come Barack Obama, in casa Marvel, grazie alla penna di Sara Pichelli e alla creatività di Michael Bends, sono nate le avventure di Miles Morales. Una differenza evidente col personaggio di Peter sta proprio nel rapporto con la famiglia. Se Peter ottemperava a questa mancanza cercando di occuparsi del prossimo, Miles è stato totalmente travolto da questi poteri e sarà il nuovo spider-manproprio per farsi spazio in un nucleo molto presente nella sua vitaa cui lui è così legato. La mancanza della famiglia ritorna nelle motivazioni del cattivo, Kingpin, descritto come viene spesso narrato nei fumetti: enorme e cattivissimo. Un’altra evidente differenza sta nella formazione di questa squadra, più simile a “Kick ass” che ad “Avengers” (da cui questo film attinge per la varietà di universi e mondi possibili). Ognuno ha un suo carattere, una difficoltà, che unita agli altri funziona come flusso unico che da forza e definisce la vera unione di un gruppo.
Phil Lord e Miller sono le menti creative del film che, dopo le fortunate esperienze dei “Lego Movie” e i vari “21-22 Jump street”, si sono catapultati abilmente in una realtà come questa realizzando un film che è il ponte perfetto tra cinema e fumetto. Potremmo fermare ogni inquadratura e ritrovarla in un fumetto che magari stiamo leggendo. Questa scelta di linguaggio premia i realizzatori che mettono su un film innovativo sia per tema che soprattutto per realizzazione, da vedere sia durante le feste che da recuperare in futuro per capire se il cinema ha ancora senso.