In ambito economico, la stagflazione definisce una particolare circostanza durante la quale coesistono contemporaneamente sia l’inflazione (l’aumento prolungato e generalizzato dei prezzi fino alla perdita del valore d’acquisto della moneta) che la stagnazione economica (la mancata crescita del Prodotto interno Lordo – PIL).
Si tratta di uno scenario non molto confortante e dal momento che l’attuale crisi geo politica ed economica, generata dal conflitto russo-ucraino, stanno ridisegnando gli assetti mondiali è giusto interrogarsi su come sia possibile difendere i propri risparmi e il proprio patrimonio da un possibile collasso generale. Uno dei modi migliori è rappresentato sicuramente dalla prospettiva di investimento finanziario in alcuni dei settori economici più recenti e meno tradizionali. Vediamo quali sono e alcuni utili consigli.
Stagflazione 2023 e rischi per il patrimonio: a cosa potremmo andare incontro?
Come anticipato poco sopra, la stagflazione è una sintesi negativa tra due situazioni: una crescita dei prezzi senza un’effettiva crescita economica e purtroppo si tratta di una previsione a medio termine piuttosto plausibile in questo momento, a causa della guerra russo-ucraina in corso.
L’eventuale stagflazione potrebbe comportare dei rischi economici a cui essere pronti per non essere colti di sorpresa. Stando infatti alle previsioni della BCE (Banca Centrale Europea), la crescita economica prevista per il 2023, almeno in Italia, dovrebbe aggirarsi intorno al 4%. L’indebolimento del potere d’acquisto che va di pari passo con la crescita della sfiducia da parte dei cittadini intaccheranno, e non di poco, il PIL reale. Gli effetti di questa decrescita si vedranno soprattutto sul rincaro dei prezzi dei beni di consumo: già infatti si è visto quello che è successo con la bolletta energetica, dove l’aumento del prezzo è stato eclatante; è solo questione di tempo e la stessa cosa, purtroppo, si dovrebbe verificare anche sui beni di consumo primari come pane e pasta.
Altro rischio è rappresentato dal rallentamento della produzione delle grandi e medio imprese manifatturiere italiane a causa delle sanzioni imposte che hanno provocato l’interruzione del rifornimento di energia elettrica.
Tuttavia, un altro grave effetto collaterale della stagflazione è l’aggravio sui prezzi delle azioni in borsa. Per le banche, soprattutto quelle europee, la perdita è stata davvero considerevole, soprattutto nelle recenti settimane. Tra le banche europee quelle italiane sono le più esposte (insieme a quelle francesi) poiché sono quelle che hanno maggiormente investito in Russia. Dal momento che si prevede una recessione economica per il paese russo, è inevitabile che questa situazione avrà delle conseguenze tangibili anche per le banche italiane e quindi per tutti gli investitori che hanno un piccolo patrimonio da salvaguardare. Un altro possibile rischio incorso dagli investitori è la possibile contrazione dei valori di solidità bancaria, se questi valori tendono a contrarsi, la reale conseguenza è rappresentata dalla possibilità che le banche aumentino i capitali al fine di rafforzarsi, con un impatto decisamente negativo sulle azioni in Borsa.
Dal fronte della normale operatività bancaria, tuttavia non sembrano esserci particolari rischi incorsi: infatti, fino a 100.000 euro per singolo conto corrente bancario e per singolo depositante, esiste la garanzia del fondo di tutela interbancaria. Tuttavia, gli esperti, almeno fino al perdurare di questa situazione di precarietà economica, causata dal conflitto in corso, consigliano di investire in obbligazioni e azioni provenienti da banche italiane ed europee.
Investire in oro, titoli di stato e Bitcoin durante la stagflazione 2023: consigli
In questo quadro di possibile crisi economico finanziaria e di decrescita del mercato azionario, è quindi preferibile investire il proprio patrimonio anziché tutelarlo in banca per conservare, solo apparentemente, liquidità economica.
Tuttavia, come accennato poco sopra, investire in obbligazioni e azioni è altamente sconsigliato in questo particolare momento, mentre può essere una buona idea iniziare a investire in settori economici non tradizionali, che proprio per questo potrebbero riservare ottime prospettive di guadagno e tutela del proprio patrimonio.
Uno dei trend d’investimento tornato attuale in questo momento, in cui si prospetta l’ipotesi stagflazione, è l’investimento in beni rifugio, cioè tutti quei beni che posseggono un intrinseco valore reale, che tendono a non perdere anche a seguito di un incremento generalizzato dei prezzi.
Tra i beni rifugio preferiti dagli investitori, troviamo:
- l’oro, da sempre il bene rifugio per eccellenza, insieme ad altre materie preziose quali il platino e l’argento;
- titoli di stato di Paesi economicamente solidi;
- diamanti, gioielli, opere d’arte.
Tuttavia, ha preso piede anche un altro tipo di investimento che si è guadagnato spazio tra i beni durevoli: la blockchain. Pare, infatti, che investire i propri risparmi in bitcoin sia considerato un ottimo investimento a causa della sua tendenza a non sottostare alle tradizionali leggi del mercato e grazie alla possibilità di aggirare i mercati tradizionali. Il valore delle criptovalute infatti, non può essere controllato in forma centralizzata, come invece accade per le valute a corso legale (quelle che conosciamo). Inoltre, la quantità di valuta che può circolare è limitata aprioristicamente e questo consente, tra le molte altre cose, di prevedere con anticipo il suo andamento. Ne consegue, quindi, che l’inflazione da valuta in circolazione non è utilizzabile da un ente centrale per ridistribuire ricchezza a tutti gli utenti.
Queste caratteristiche rendono quindi un investimento in bitcoin durante una stagflazione particolarmente vantaggioso.
Inoltre, poi, le criptovalute sono state fondamentali, soprattutto nelle prime battute del conflitto russo-ucraino, poiché sono state utili a portare aiuti finanziari alternativi proprio nelle zone di guerra e perché sono state utili nel rintracciare illeciti affari e scambi di denaro russi, che si sono verificati a seguito delle pesanti sanzioni imposte dall’Europa alla Russia.
Naturalmente, non tutte le valute digitali possiedono lo stesso potere finanziario, e pertanto non è detto che investire in una valuta digitale anziché in un’altra possa portare allo stesso risultato. Gli esperti infatti consigliano di investire prevalentemente su due valute specifiche:
- Bitcoin; la prima criptovaluta in assoluto mai ideata che detiene un potere di mercato ancora molto forte poiché testata ampiamente nel corso degli anni, tanto da essersi guadagnata una stabilità difficilmente raggiunta da altre criptovalute;
- Ethereum; più che di una criptovaluta in questo caso si tratta di un vero e proprio network di interscambio, con moneta ufficiale Ether (da cui Ethereum, appunto), che garantisce un elevato livello di sicurezza.
Mercato azionario e obbligazionario durante la stagflazione
Diversamente, se si sceglie di continuare a investire nel settore tradizionale – costituito dalle azioni e dalle obbligazioni – occorre sapere preventivamente che si alza notevolmente il rischio d’investimento.
Infatti, in una eventuale fase di stagflazione, investire sul mercato azionario è una scelta da guardare con grande scetticismo, proprio per la volubilità intrinseca delle azioni. Basta considerare che gli attuali tassi delle azioni in borsa hanno fatto registrare un valore in negativo: al momento infatti si registra una percentuale di – 1,5%, un dato ancor più allarmante se paragonato alla grande crescita degli investimenti sui beni rifugio come l’oro, ad esempio, il cui valore si assesta a +22%.
La spiegazione di questa decrescita del mercato azionario risiede nel fatto che è da sempre un mercato poco solido e soprattutto poco duraturo, specialmente durante una situazione di instabilità come può esserlo l’inflazione, a differenza invece dei beni rifugio che invece sono considerati una sicurezza in termini di solidità.
Discorso diverso si deve invece fare per il mercato obbligazionario. Le obbligazioni – definite anche bond – sono infatti i titoli di credito emessi da un ente pubblico come può esserlo uno Stato e questo rende il titolo creditizio molto solido e forte. Decidere di investire nel mercato obbligazionario potrebbe essere una valida alternativa per differenziare il proprio portafoglio, magari investendo in fondi obbligazionari a loro volta legati all’inflazione, come:
- AXA World Funds – Global Inflation Bonds I CapitalisationEUR (si tratta di un fondo riservato alla clientela istituzionale, per la clientela retail il fondo d’investimento è rappresentato da AxaWf Global Inflation Bonds Classe A Acc); rendimento annuale al 5,45%;
- Ostrum Global Inflation Fund classe R Dis; rendita annuale al 5,18% BNP Paribas Funds Global Inflation-Linked Bond I Capitalisation; rendita annuale al 4,63%.
Investire in immobili in un periodo di stagflazione è un buon rimedio?
Un altro ottimo investimento proprio durante il periodo della stagflazione si rivela essere, come sempre, il settore immobiliare.
Investire nell’acquisto di immobili si rivela essere una scelta sempre ragionevole, soprattutto durante i periodi di grande incertezza economica. Non è un caso, infatti se il settore del Real Estate Investment Trust (REIT), abbia registrato un incremento quasi del 7%. Investire in un immobile è sempre conveniente, poiché un immobile possiede un valore reale che non si perde mai. Questo non significa che l’andamento del mercato immobiliare sia slegato dal contesto economico, anzi, proprio per questo si profila sempre come uno degli investimenti migliori che possano esserci proprio durante i periodi di crisi. Anche quando manca liquidità, per una banca, la presenza di un immobile può costituire una garanzia solida e, al contempo, per l’investitore costituisce una forma di guadagno reale.
Ecco perché, investire in immobili costituisce un buon rimedio anche alla crisi derivata dalla stagflazione, poiché il settore immobiliare si inserisce a pieno titolo tra i beni rifugio per eccellenza.