Novità in vista per partite Iva e collaboratori: il 28 gennaio il Consiglio dei Ministri parlerà dello Statuto dei lavoratori autonomi, un ddl collegato alla legge di Stabilità che prevede lo stanziamento di un fondo di 10 milioni per il 2016 e di 50 per il 2017 e le nuove norme su maternità, congedi parentali, ritardi dei pagamenti e altro; vediamo quali sono gli aspetti più importanti del nuovo Statuto.
Spese per formazione e aggiornamento deducibili, novità per maternità e congedo parentale
Una delle novità più interessanti è rappresentata dalla deduzione completa delle spese per la formazione e l’aggiornamento professionale con un tetto massimo annuo di 10.000 euro: fino ad oggi era deducibile solo la metà. Inoltre i collaboratori e le partite Iva potranno dedurre le spese per i servizi per il lavoro fino ad un massimo di 5.000 euro (un esempio: le consulenze nei centri per l’impiego, che da ora in poi avranno degli operatori specifici per i lavoratori autonomi).
Cambiamenti importanti per quanto riguarda l’assegno di maternità, che non sarà più legato alla sospensione dal lavoro: le nuove mamme riceveranno l’indennità anche senza astenersi dall’attività. L’assegno viene erogato dall’Inps a seguito di una domanda redatta in carta libera a cui dovrà essere allegato il certificato medico rilasciato dall’Asl che attesti la data dell’inizio della gravidanza e la presunta data del parto. Quando nascerà il bambino scatterà il diritto al congedo parentale di sei mesi, che può essere sfruttato durante i primi tre anni di vita del figlio ed è esteso anche ai lavoratori.
Nuove tutele per partita Iva e collaboratori nello Statuto lavoratori autonomi
Tra le misure presenti nello Statuto dei lavoratori autonomi c’è anche una forma di tutela in caso di malattia grave (anche quelle di natura oncologica): i collaboratori potranno sospendere il pagamento dei contributi sociali per un massimo di due anni e le quote non pagate potranno essere saldate in seguito a rate. In caso di gravidanza, infortunio o malattia il rapporto contrattuale non viene estinto, ma rimane semplicemente sospeso, senza maturazione e erogazione del corrispettivo.
Un articolo intero dello Statuto viene dedicato ai ritardi dei pagamenti dei compensi: per tutelare il lavoratore autonomo viene esteso quanto disposto dal decreto legislativo 231/2002, che stabilisce nella maggior parte dei casi un limite di 30 giorni entro i quali il committente deve pagare il compenso. Ci sono novità anche per le cosiddette clausole abusive: nel contratto non potranno essere inserite varie cose, come la possibilità per il committente di cambiare unilateralmente le condizioni contrattuali o di recedere dal contratto senza un preavviso congruo, la pattuizioni di termini di pagamento che vadano oltre i 60 giorni dalla data in cui si riceve la fattura, il rifiuto da parte del committente di stipulare per iscritto gli elementi essenziali del contratto.