Lo stop ai veicoli diesel in progetto per il biennio 2022-2024 è diventato nel corso degli ultimi mesi uno dei temi di discussione più interessanti ed è ormai fonte di dibattito tra gli automobilisti italiani. I nuovi piani urbani di mobilità sostenibile vengono presi in forte considerazione da molti governi locali in tutto il territorio nazionale e sono in particolare le città metropolitane, centri ad alta densità abitativa, quelle realtà istituzionali maggiormente propense ad investire in un futuro green, con l’obiettivo di ridurre le emissioni inquinanti. Comuni come Roma e Milano hanno già fatto sapere pubblicamente che il progetto dello stop ai mezzi con alimentazione diesel è più di un’idea, mentre le limitazioni previste dovrebbero riguardare anche la produzione e vendita dei futuri veicoli, oltre ovviamente ai blocchi per la circolazione. Andiamo quindi a scoprire le ultime novità sulla questione dello stop diesel 2022-2024, focalizzando l’attenzione soprattutto su Roma e Milano.
Ultime novità sullo stop ai Diesel 2022-2024 a Roma e Milano
Quando si parla di un blocco per la circolazione dei mezzi all’interno delle fasce urbane nelle principali città d’Italia, occorre anzitutto distinguere tra i vari progetti di viabilità sostenibile che ogni comune ha deciso o ha intenzione di adottare come piano regolatore del traffico. Per quanto riguarda il discorso strettamente legato alle tipologie di veicoli che finiranno sotto la lente d’ingrandimento, la discriminante principale di cui verrà tenuto conto è la categoria. Negli ultimi anni molte case automobilistiche hanno orientato i loro piani di produttività investendo sulla creazione di mezzi a basse emissioni inquinanti e il motivo di questa scelta è riscontrabile in due fattori chiave: il primo è l’input arrivato dai governi istituzionali europei, mentre il secondo può essere individuato nelle politiche aziendali delle stesse marche automobilistiche, le quali hanno optato per dei programmi di sviluppo industriali basati sul senso di responsabilità ambientale, puntando a sensibilizzare lo stesso mercato clienti. Ma andiamo ad approfondire in maniera più specifica la questione dello stop ai veicoli diesel per il biennio 2022-2024 nei comuni di Milano e Roma. Il capoluogo lombardo vedrà scattare già dal 2019 una serie di divieti alla circolazione che sarà progressivo nei prossimi anni e riguarderà in prima battuta i mezzi Euro 3 e 4. Successivamente questo programma di blocco per la circolazione nelle fasce urbane più a rischio colpirà dal 2024 anche tutti i veicoli con categoria Euro 5. In particolare è prevista l’attivazione di una “Low emission zone” (fascia a basse emissioni inquinanti) che diventerà un vero e proprio confine non oltrepassabile dai mezzi Diesel a Milano, pena il pagamento di multe davvero salate per chiunque trasgredisca tali divieti. Il comune ha infatti predisposto l’installazione di telecamere apposite per rilevare tutte le targhe dei veicoli in transito al momento del passaggio nei varchi di accesso alla cosiddetta “Area C”, ovvero quella zona che comprende tutto il centro città. Inoltre questo sistema di controllo verrà supportato da alcuni dispositivi mobili in dotazione alla polizia locale, capaci di leggere le targhe di ogni mezzo e utili per incrociare i dati raccolti con quelli rilevati dalla Motorizzazione Civile. Nel frattempo è già stata attuata la modifica della segnaletica orizzontale e dunque un accertamento in flagrante di una contravvenzione può già essere recapitato all’automobilista che non rispetti il divieto di circolazione entro i limiti consentiti. Per chiunque trasgredisca questa normativa, la multa prevista in termini di sanzione amministrativa corrisponde a 80 Euro, mentre verranno comunque assegnati degli accessi bonus nell’arco dell’anno solare ai residenti all’interno delle fasce verdi individuate come zone off limits per veicoli diesel.
La data da segnare in rosso sul calendario dei cittadini milanesi sarà senza ombra di dubbio quella del 1° ottobre 2022: a partire da quel momento scatterà il blocco per la circolazione dei mezzi diesel con categoria Euro 5, la quale ricordiamo essere la classe ambientale dei veicoli omologati dopo il 1° settembre 2009. Per quanto riguarda i giorni di validità in cui sarà attiva tale prescrizione, sono esclusi al momento il sabato e la domenica, mentre dal lunedì al venerdì rimane valido il divieto a meno di ulteriori disposizioni straordinarie. Sono 180 i varchi progettati per garantire il rispetto di queste nuove normative, sebbene ad oggi ne siano funzionanti ancora solo poche decine, tutti gli altri saranno pian piano attivati ma l’aggiornamento della segnaletica orizzontale darà comunque diritto alla polizia locale di rilevare ed accertare eventuali contravvenzioni. L’obiettivo dichiarato dall’amministrazione comunale del capoluogo lombardo è quello di ridurre in maniera significativa il tasso di emissioni inquinanti a livello quotidiano, favorendo la circolazione di veicoli sostenibili e incentivando i cittadini ad utilizzare, per i futuri spostamenti, mezzi ad alimentazione elettrica. Un programma di sostenibilità ambientale che nel giro del quinquennio 2019-2024 dovrebbe portare grandi benefici alla qualità dell’aria, migliorando anche la salute delle persone e creando nuove zone con aree verdi dedicate allo svago e alle varie iniziative culturali promosse dagli enti territoriali. Discorso molto simile e forse addirittura più avanzato quello che riguarda la città di Roma, protagonista negli ultimi tempi di un evento decisamente improntato sul tema della mobilità alternativa come quello della Formula E, giunto nel 2019 alla seconda edizione ufficiale sul tracciato del quartiere Eur. La Capitale d’Italia vede nel suo futuro prossimo alcuni progetti basati sullo sviluppo di sistemi per il traffico caratterizzati da una visione green e attenta all’ambiente. L’attuale governo comunale, per voce dei suoi massimi esponenti e proprio in occasione dell’evento automobilistico, ha dichiarato e ribadito più volte di voler incoraggiare la cittadinanza a scommettere sulla mobilità sostenibile; in particolare sono in programma investimenti finalizzati allo sviluppo ed incentivo di mezzi pubblici ad alimentazione ibrida e installazione di molte colonnine per la ricarica elettrica dei motori.
Il progetto non è comunque una novità dell’ultima ora, dal momento che già durante il summit C40 Women4Climate tenutosi a Città del Messico nel febbraio 2018 il governo di Roma si era espresso favorevolmente nei confronti della mobilità alternativa. Oltre a quanto detto c’è poi tutta la questione relativa ai piani per il blocco della circolazione nei confronti dei veicoli Diesel. Sempre il comune di Roma ha tenuto a specificare a più riprese che l’obiettivo apertamente dichiarato consiste nello stop totale, entro un tempo massimo di 5 anni, per tutti i mezzi con alimentazione diesel e il conseguente divieto a circolare nelle fasce urbane del centro città. E come per Milano, anche Roma ha visto entrare in vigore queste nuove prescrizioni con l’arrivo del 2019: nelle ZTL (Zone Traffico Limitato) i veicoli con categoria Euro 3 sono già banditi alla libera circolazione, con esclusione del sabato e della domenica. I divieti potrebbero gradualmente allargarsi e per il biennio 2022-2024 non sarebbe affatto sorprendente un’estensione dei blocchi anche ai veicoli Euro 4, sebbene ancora non ci siano indicazioni precise in merito riguardanti limitazioni progressive. D’altronde Roma esprime anche una forte volontà di allinearsi con i piani di mobilità sostenibile messi in preventivo da altre capitali europee come Parigi e Londra, dimostrando di condividere una visione green ad ampio raggio e votata a promuovere il rispetto dell’ambiente. In tal senso le politiche sullo sviluppo della mobilità alternativa possono rivelarsi un elemento incoraggiante per i cittadini delle principali realtà metropolitane d’Europa.
Stop Diesel Italia 2022-2024: blocco produzione e vendita veicoli a gasolio
Abbiamo appena esaminato la questione dei nuovi divieti in arrivo per i veicoli ad alimentazione diesel prendendo in considerazione l’aspetto inerente transito e circolazione nelle fasce protette. Ma se spostiamo l’attenzione su una prospettiva differente, possiamo accorgerci del grande cambiamento che tali scelte programmatiche andranno a generare anche sulla produzione e vendita di mezzi con carburante diesel. Il mercato dell’automobile è infatti un settore economico in continuo aggiornamento, caratterizzato soprattutto da sperimentazioni per innovazioni tecnologiche studiate per migliorare la sicurezza e le prestazioni del mezzo. Con l’arrivo dei blocchi alla circolazione per molti diesel nel biennio 2022-2024, decine di centri urbani ad alta densità abitativa vedranno scomparire milioni di veicoli a gasolio. Conseguentemente ci sarà una drastica riduzione nella vendita di tutti i mezzi ad alimentazione diesel, calo significativo che già si ravvisa nei dati commerciali forniti dalle maggiori case automobilistiche europee. D’altro canto le politiche aziendali riguardo alla produzione dovranno gioco forza subire dei cambiamenti radicali, altrimenti il rischio concreto è quello di ritrovarsi a sfornare veicoli performanti e sicuri ma al tempo stesso banditi dalla circolazione in molte zone urbane, soprattutto all’interno delle grandi città metropolitane che rispecchiano il maggior bacino d’utenza per il mercato di settore. Alcuni modelli inevitabilmente hanno già iniziato a risentire della svalutazione, questo perché l’usura del tempo è il primo elemento responsabile dell’invecchiamento per le varie componenti meccaniche/elettriche di ogni veicolo. Ma ulteriori cause di un’eventuale perdita per quanto riguarda il valore di un mezzo sono riconducibili anche a fattori esterni come appunto i cambi di legislazione, i quali vanno a modificare l’appetibilità di un prodotto sul mercato e conducono il consumatore verso scelte diverse. La principale peculiarità di un mezzo di trasporto è quella di essere funzionale allo spostamento indipendente di un individuo alla guida o anche dei suoi passeggeri, coprendo le distanze in forma autonoma senza il ricorso ad altri metodi di mobilità. In questo senso le case automobilistiche hanno iniziato a muoversi anche prima del tempo, riducendo in maniera considerevole il volume annuo di vetture prodotte con alimentazione a gasolio.
Investire in modelli ad innovazione tecnologica significa dover aumentare i costi di sperimentazione, dunque non è conveniente per molte marche continuare a progettare e far uscire sul mercato modelli che ormai hanno perso valore e possibilità di circolare senza limiti normativi. Meglio concentrare tempo e risorse sullo sviluppo di prototipi ad alimentazione ibrida o totalmente elettrica, politica aziendale attualmente seguita da gran parte delle case automobilistiche. Tra le più importanti ci sono Toyota, Volvo e Porsche che hanno deciso di guardare a forme alternative per la creazione di modelli ibridi o addirittura totalmente elettrici. La marca giapponese è stata quella che ha preso le decisioni più drastiche in questo senso, interrompendo in maniera completa la vendita sul mercato italiano dei veicoli ad alimentazione diesel. Decisamente meno significativa la politica aziendale adottata dalla casa automobilistica tedesca, la quale continuerà ad investire nella crescita dei motori diesel ma che allo stesso modo ha scelto nel 2019 di sperimentare anche la prima vettura ad alimentazione elettrica. Per ciò che concerne invece il famoso marchio svedese, bisogna dire che non sono previste riduzioni in merito alla produzione di veicoli a gasolio, ma comunque i quadri dirigenziali hanno scelto di puntare forte anche sull’aumento pari al 100% dei volumi per i mezzi ibridi o interamente elettrici. Il tutto ovviamente dopo aver analizzato i dati sul rapporto tra carburazione diesel e tasso di emissioni inquinanti, analisi che parlano chiaramente di un vantaggio tangibile a favore della scomparsa dei motori a gasolio. Le stime che parlano di un forte calo riguardante l’acquisto dei veicoli ad alimentazione diesel sono certificati dalla riduzione delle immatricolazioni: i primi 8 mesi del 2018 hanno visto in italia una flessione del 15,8%, con perdite ancora più nette a Torino, Roma e Milano che hanno rispettivamente registrato diminuzioni del 37,4%, 22,3%, 28,6%.
Se da un lato il blocco nella produzione e vendita di mezzi a gasolio porta il consumatore ad orientarsi verso altre scelte come i motori benzina o i nuovi modelli elettrici, dall’altro ci sono due vantaggi che saltano fuori in maniera evidente e sono la diretta conseguenza di questo aggiornamento normativo. Il primo riguarda il significativo crollo dei prezzi per tutti i veicoli usati ad alimentazione diesel, dal momento che i proprietari tendono a voler monetizzare il prima possibile la giusta somma di denaro vendendo la propria automobile, evitando il rischio di incappare in una svalutazione eccessiva con il passare del tempo. Il secondo va a toccare l’aspetto prettamente pratico in merito all’utilizzo quotidiano del mezzo privato, il quale può essere comunque più conveniente per il risparmio a livello di carburante se si percorrono la maggior parte dei chilometri su strade extraurbane. La valutazione dei pro e contro inerente il tema dello stop diesel 2022-2024 va condotta dunque ragionando non solo in forma astratta sul cambio delle norme e sulle restrizioni alla circolazione nei centri urbani, piuttosto considerando anche l’investimento in termini pratici. Inoltre va comunque ricordato che i divieti a circolare sono disciplinati secondo criteri di delimitazione geografica per le aree interessate e che fino al 2022 nessuna delle grandi città italiane vedrà uno stop al transito dei diesel Euro 5 nei giorni del sabato e della domenica.