In questi ultimi giorni si parla spesso e volentieri del cosiddetti tapering in riferimento alle prossime politiche della BCE. Vediamo in dettaglio di cosa si tratta e quali sono le novità in procinto di realizzazione a ciò relative.
Cos’è il tapering ed a cosa si riferisce?
Nonostante, come annunciato, il cosiddetto tapering sia un vocabolo sulla cresta dell’onda per quanto riguarda il linguaggio finanziario, la realtà dei fatti rivela una certa distanza fra tale parola e i progetti effettivi delle politiche economiche europee. Mi spiego, malgrado i rumors spifferati da Bloomberg nelle ultime ore secondo cui la BCE pareva stesse congetturando di intraprendere un’opera di normalizzazione in proposito delle politiche monetarie dei prossimi mesi, considerando lo stato delle cose, l’espansione è l’unico orizzonte che continua ad intravedersi.
E proprio a questo si riferisce il tapering, lessema che, tradotto in italiano, significa assottigliamento, rastremazione. Utilizzato per la prima volta nel maggio 2013 dall’ex Presidente del Comitato dei Govenatori della Federal Reserve Ben Bernanke, e posto nel contesto economico ad esso proprio, il termine si riferisce più semplicemente alla frenata (assottigliamento di volontà), da parte di un istituto (in questo caso la BCE), del ritmo d’acquisto di asset (elemento materiale o immateriale suscettibile di valutazione economica), il detto quantitative easing (modalità con cui avviene la creazione di moneta).
Consci di quanto detto, ricontestualizzando il termine, si potrebbe facilmente individuare il reale riferimento al processo che una banca centrale può attivare con il fine di ritornare alla normalità, dunque fermare la proliferazione riducendo i piani eccezionali di politica monetaria d’espansione. Tale processo può risultare utile successivamente alle misure politiche deliberate in conseguenza alla crisi finanziaria, momento necessario in cui l’economia abbisogna di incentivi. La normalizzazione può essere eseguita dopo una più o meno tangibile ripresa, benché dosata in modo regolare per non incappare in una nuova recessione.
Tapering e BCE: previsioni, novità e dichiarazioni di Mario Draghi
La notizia pubblicata in primis da Bloomberg riferita ad una progressiva riduzione degli acquisti da parte della BCE, pare ad oggi essere meno verosimile. Senza alcuna specificazione di date d’avvio, gli attuali 80 miliardi sarebbero dovuti, secondo tale fonte, diminuire di 10 miliardi di euro al mese stando ad alcune indiscrezioni provenienti da funzionari interni all’istituzione.
La risposta della BCE non si è fatta attendere e, in linea con quanto ribadito più volte da Mario Draghi, viene affermato che il consiglio direttivo non ha ancora deliberato in merito. Come ha avvalorato il Presidente della Banca centrale europea, dal mese di dicembre si potranno delineare con attendibilità le scelte del prossimo 2017. Durante la riunione dello scorso giovedì 20 ottobre, Mario Draghi rivela che è stato escluso dalle discussioni il tapering e, a quanto pare, la necessità per la BCE di un incremento dell’inflazione per conquistare un’autosufficienza rimane evidente.
Ad ogni modo, consci del fatto che non si avranno novità ufficiali fino al prossimo 8 dicembre, data del nuovo direttivo BCE, le previsioni degli analisti della Survey of Professional Forecasters mostrano stime sul livello dei prezzi del 2016, 2017 e 2018 rispettivamente dello 0,2%, 1,2% e 1,4%. Un’inflazione destinata a rimanere sull’ordine dell’1,8% per il lungo termine (2021). In ultimo, tali statistiche indicano una crescita economica dell’Unione Europea in rialzo per il 2016, ma in ribasso, in proporzione, negli anni successivi: 1,6% per quest’anno, 1,4% per il prossimo e 1,5% per il 2018.