L’Italia si trova al terzo posto tra i Paesi con le tasse universitarie più alte: tra gli atenei del nostro Paese l’Università di Architettura e Design di Venezia è quella più cara; sono questi i dati che emergono dallo studio europeo di Eurydice e dai bilanci degli atenei italiani pubblicati dal Ministero.
Solo in Inghilterra e Olanda le tasse universitarie sono più alte
Anche l’anno scorso l’Italia si trovava sul gradino più basso del podio tra i Paesi europei con le tasse universitarie più alte, preceduta solo dall’Inghilterra e dall’Olanda. Gli studenti che si iscrivono ad un corso di laurea triennale pagano in media 1.220 euro di tasse universitarie. La cifra risulta addirittura in crescita rispetto a dodici mesi fa.
Il confronto con gli altri Stati non fa fare una bella figura agli atenei italiani; in Germania la tassazione media si aggira sui 40 euro (in pratica si tratta solo di spese amministrative), mentre in Francia ben il 65% degli studenti beneficia di un esonero completo dal pagamento delle tasse universitarie: in Italia questa statistica si ferma al 12%.
In tutto gli studenti delle università italiane hanno pagato 1,5 miliardi in tasse. Una cifra altissima se si considera che le tasse universitarie vennero introdotte a mo’ di strumento di solidarietà tra gli iscritti, ma con il passare degli anni sono invece diventate una delle più importanti fonti di sostentamento dell’intero sistema (rappresentano il 24% dei finanziamenti statali).
Poco supporto agli studenti, manca la volontà di investire sull’istruzione universitaria
L’Italia non va bene neanche sotto l’aspetto del supporto agli studenti che sono in condizioni economiche svantaggiate: nel nostro Paese solo il 3% della popolazione universitaria ne può beneficiare (con un importo medio di tremila euro), mentre in Francia la percentuale sale al 34% e in Germania al 25% (con un supporto di 5.300 euro). In Italia sono stati investiti in borse di studio solo 490 milioni (la metà proveniente proprio dalle tasse universitarie), mentre francesi e tedeschi sono arrivati a due miliardi.
Secondo l’UdU i risultati di questo studio sono una nuova testimonianza del fatto che in Italia non c’è interesse ad investire sul diritto allo studio e sull’istruzione universitaria. Tutto confermato anche dall’assenza di interventi in questo senso nella legge di Stabilità. Il sistema universitario si regge sulle tasse pagate dagli stessi studenti e questo, prosegue il portavoce dell’Unione degli Universitari, è scandaloso se si considera che, almeno in teoria, dovrebbe essere pubblico.
IUAV di Venezia l’ateneo più caro d’Italia
Spulciando tra i bilanci dei vari atenei pubblicati dal Ministero è stato possibile stilare una sorta di classifica per indicare quelli più cari. Al primo posto c’è lo IUAV di Venezia, il più caro della Penisola con 3.000 euro di tasse universitarie annuali. Al secondo posto si piazza il Politecnico di Milano (2.500 euro), mentre al terzo posto c’è la sorpresa, rappresentata dall’Università del Molise (2.400 euro).
In linea generale, eccezion fatta proprio per l’ateneo molisano, ai primi posti della graduatoria è difficile trovare università del Sud; escludendo L’Aquila (dove gli studenti pagano 21 euro di tasse universitarie), tra le cinque università più “economiche” ci sono due atenei calabresi (Catanzaro, 520 euro, e Università della Calabria, 670 euro), l’Università della Basilicata (600 euro) e quella di Teramo con 700 euro.
Salendo verso Nord le tasse universitarie crescono; alla Sapienza di Roma gli studenti versano poco più di mille euro in media, mentre nel Settentrione ci sono gli atenei più cari. Ma non si tratta di una questione di avidità: l’importo delle tasse universitarie è strettamente collegato all’ISEE, quindi dove ci sono redditi bassi, anche la cifra da pagare agli atenei è minore.