Il titolo di Telecom Italia è reduce da due giorni movimentati in Borsa: dopo il guadagno +2,14% (sfiorando l’1,2 euro) di lunedì, martedì il titolo ha ceduto il 2,26%, attestandosi a 1,165 euro. Hanno influito molto sulle vendite le indiscrezioni diffuse da Bloomberg su un possibile interesse di Orange per Bouygues (i contatti per l’acquisto pare che siano già in corso) e questo allontanerebbe il matrimonio tra la stessa Orange e Telecom Italia.
JPMorgan comunica una posizione lunga superiore al 10%
Grande protagonista di questi due giorni è stata la JPMorgan, banca d’investimento statunitense che il 5 dicembre ha reso noto alla Consob di avere una posizione lunga pari al 10,134% nel capitale di Telecom Italia. La banca, che già da alcuni mesi lavora sul titolo di Telecom Italia, è dovuta venire allo scoperto dopo le modifiche del regolamento emittenti: dal 26 novembre l’obbligo di notifica di una posizione lunga complessiva scatta al 5% e non più al 10%. Nel dettaglio, il pacchetto di JPMorgan è composto da un 4,51% di partecipazione effettiva e un 2,46% di partecipazione potenziale, a cui si aggiungono ulteriori posizioni lunghe (per il 3,18% del capitale) legate all’acquisto di opzioni e strumenti derivati. Dopo l’annuncio della Consob il mercato ha messo in relazione il suolo assunto dalla JPMrgan con quello di Xavier Niel, che possiede una quota potenziale del 15,14% del capitale di Telecom Italia. Il rally di Borsa era stato alimentato dalla riproposizione di alcune indiscrezioni, poi smentite dallo stesso gruppo coinvolto, di un intresse di Orange per l’operatore italiano.
Telecom Italia, attesa per l’assemblea del 15 dicembre: possibile vendita del 45% di Inwit
L’ottovolante in Borsa non è altro che un antipasto di quello che accadrà il 15 dicembre, quando ci sarà l’assemblea nella quale Vivendi cercherà di ampliare il board di Telecom Italia per favorire l’inserimento dei consiglieri segnalati dal gruppo francese. Per raggiungere questo risultato servirà l’appoggio dei fondi comuni, che finora si sono mostrati abbastanza critici sulla richiesta. Arnauld de Puyfontaine, ceo di Vivendi, ha spiegato l’operazione con una lettera inviata a Assogestioni: nella nota viene difeso l’investimento di 3 miliardi fatto su Telecom e viene spiegato che l’allargamento del bord sarebbe solo temporaneo, con il ritorno del consiglio composto da 11 membri al momento del rinnovo nel 2017. Sempre nell’assemblea del 15 Niel potrebbe chiarire le sue vere ambizioni su Telecom e rivelare la reale natura della propria quota. In più c’è attesa per la diffusione dei nomi dei pretendenti per la quota in Inwit (che capitalizza in Borsa circa 3 miliardi): Telecom Italia ne possiede il 60% e potrebbe essere disposta a cederne fino al 45%; se interessati, gli acquirenti (con la spagnola Cellnex e gli alleati Ei Towers e F2i in testa) dovranno lanciare un’Opa oblbigatoria a cui Telecom dovrebbe aderire in parte.