Dopo i successi di Hostel e Cabin Fever, Eli Roth torna al cinema con l’inquietante The Green Inferno, in uscita nelle sale italiane dal 24 settembre 2015.
Si sa, Eli Roth non è mai stato un regista di quelli tradizionali. Sempre alla ricerca di un limite da superare, pronto a portare nelle sale cinematografiche qualcosa di nuovo e al tempo stesso terrificante, che facesse scatenare in noi paure mai provate. Ebbene anche questa volta il regista di Hostel non si è smentito, portandosi ad un livello superiore con la sua ultima creatura, “The Green Inferno“. Un titolo che ha mandato gli appassionati del genere con la mente indietro nel tempo, precisamente nel 1980, quando Ruggero Deodato presentò Cannibal Holocaust. La seconda parte del film si intitolava proprio The Green Inferno e Eli Roth, che non ha mai nascosto la sua ammirazione per il regista italiano, ha voluto rendere omaggio al cannibal movie di quel periodo. Il film ha già creato numerosissime polemiche a causa del livello di crudeltà altissimo, e la clip in stile “red band” che in questi giorni sta circolando su YouTube probabilmente conferma le voci (la visione della clip è sconsigliata per chi è particolarmente sensibile).
Il cannibalismo ha un nuovo volto con The Green Inferno: ecco la trama
Se The Green Inferno risulta essere un horror del tutto innovativo, sicuramente non lo è la trama, che rispetta quei canoni tipici del cinema hollywoodiano. Ariel Levy è Alejandro, un attivista deciso a voler salvare le tribù indigene dell’Amazzonia dall’estinzione. Insieme a lui c’è Justine (Lorenza Izzo) decisa ad accompagnare il giovane ambientalista nel suo folle viaggio in Perù; insieme ad altri volontari si dirigono verso Callanayacu, armati di cellulari e telecamere per riuscire a filmare e mettere in streaming le ingiustizie che avvengono in quel luogo, anche se a detta del regista “retwittare link ai video di YouTube non vuol dire fermare i guerriglieri“.
Una volta preso il materiale necessario, il gruppo è pronto a far ritorno a New York ma a causa di un difetto l’aereo precipita, con i giovani presi in ostaggio da un gruppo di indigeni (quelli che volevano salvare) che in seguito risulteranno essere degli spietati cannibali.
Secondo molti critici ” gli spettatori che avranno il coraggio di andare al cinema a vedere il film si troveranno molto spesso a mettere le mani sugli occhi“; e se il regista è Eli Roth allora è molto probabile che sarà così.
The Green Inferno, l’ultima follia di Eli Roth: il trailer ufficiale
Annunciato in pompa magna soltanto in questo periodo, The Green Inferno è stato in verità già presentato ben due anni fa al Toronto International Film Festival (7 settembre 2013), con conseguente uscita nelle sale il 5 settembre 2014, ma a causa di un disguido con la casa di produzione Worldview Entertaiment (la casa di produzione non voleva svenarsi per una campagna pubblicitaria in grande stile) l’uscita è stata appunto posticipata nel settembre 2015. E già all’epoca suscitò una marea di polemiche, vuoi per un film a detta dei critici “davvero terribile come non si vedeva da anni“, vuoi perchè secondo alcuni Roth va a sminuire una minoranza con i classici stereotipi a loro connessi come la violenza e il cannibalismo ( le persone che interpretano gli indigeni inoltre non sono degli attori professionisti, ma una vera tribù indigena scovata da Eli Roth durante un suo viaggio in Perù).
Eppure, nonostante il sangue scorra a fiotti, a detta del regista il pubblico deve anche uscire fuori dallo schema del film horror e andare più nel profondo, analizzando come il film sia anche una critica verso una società contemporanea che si sta sgretolando sotto il martello battente dell’arricchimento a qualunque costo.
The Green Inferno è pronto dunque a candidarsi come horror più controverso degli ultimi tempi: avrete il coraggio di resistergli?