La truffa dello specchietto è l’ultimo grande incubo degli automobilisti in grandi città come Roma, Milano, Napoli e Torino e anche nei più piccoli centri. Vediamo come funziona e come evitare di cascarci, prendendo così le dovute precauzioni di difesa dai truffatori.
Ogni giorno, sulle strade di tutta Italia, tanti automobilisti sono convinti non solo di aver fatto un incidente ma di essere anche dalla parte del torto. Per evitare la classica e costosa denuncia all’assicurazione accettano di pagare la parte lesa in contanti, senza sapere di non aver provocato in realtà alcun incidente e di essere soltanto vittime di un raggiro tanto astuto quanto deplorevole. In cosa consiste, dunque, la famosa “truffa dello specchietto”?
Come funziona la truffa dello specchietto
Per scoprire la truffa dello specchietto, studiamo le azioni del truffatore, che solitamente ha un complice. Innanzitutto costui afferra lo specchietto della sua automobile (solitamente di vecchia data e prossima alla rottamazione), frantuma il vetro con un colpo di martello e parcheggia la sua vettura lungo una strada stretta o nei pressi di un incrocio caotico dove transitano tante macchine. Il suo complice si apposterà poco distante dalla macchina, parcheggiata con il vetro dello specchietto già rotto, per individuare la possibile vittima, che nella maggior parte dei casi sarà una persona anziana, un giovane neopatentato oppure una donna da sola al volante. Prestate particolare attenzione, dunque, se rientrate in una di queste categorie!
Non appena la vittima designata passa accanto all’auto del truffatore, prontamente segnalata dal complice con gesti concordati in precedenza, il truffatore colpirà l’automobile della vittima con un sassolino, una pietra, una biglia o in ogni caso con un oggetto in grado di provocare un forte rumore.
La vittima, completamente ignara del raggiro, crederà di aver urtato inavvertitamente lo specchietto dell’automobile del truffatore. A partire da questo momento la truffa dello specchietto entrerà nel vivo. Il truffatore inseguirà la vittima e con fare deciso le chiederà di fermarsi per constatare il danno subito. In quel momento, mentre la vittima è distratta dalla discussione, entrerà in gioco nuovamente il complice, che chiuderà lo specchietto della vettura della vittima (di solito non quello lato guida ma lato passeggero) per meglio simulare l’incidente. Con ogni probabilità la vittima insisterà per fare il CID, ovvero la constatazione amichevole dell’incidente stradale, mentre il truffatore cercherà in tutte le maniere di evitarlo, convincendo l’altra persona ad evitare di fare la denuncia.
Dopo qualche perplessità iniziale la vittima si convincerà sempre di più della sua colpevolezza, magari immaginando di non aver sentito l’impatto con l’altra vettura a causa della radio accesa o di qualche pensiero di troppo. Così il truffatore farà finta di parlare al telefono con un carrozziere di fiducia, che sparerà una cifra esagerata (anche intorno a 200 euro) per riparare lo specchietto “rotto”. Puntualmente l’accordo verrà trovato intorno ai 100 euro, con tanto di ringraziamenti per non aver coinvolto l’assicurazione e scuse al truffatore da parte della vittima del raggiro.
Disciplina legale nella truffa dello specchietto
Per quanto riguarda il suo inquadramento giuridico, la truffa dello specchietto viene punita ai sensi dell’art. 640 del codice penale, secondo il quale il reato di “truffa” viene commesso da “chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno”.
La truffa, dunque, è costituita dalla simulazione o dissimulazione finalizzata a indurre la vittima in errore, a seguito del quale un danno viene provocato alla persona offesa, mentre un vantaggio o profitto, consistente in una somma di denaro, scaturisce a favore del responsabile oppure anche di un terzo.
Sempre nell’ambito della disciplina legale, degna di rilievo è la previsione relativa al sequestro probatorio dell’automobile impiegata per la commissione della truffa. La truffa dello specchietto, infatti, ai sensi dell’art.253 e ss. del codice di procedura penale, può comportare, per il responsabile del reato, il sequestro dell’automobile, che costituisce pertanto il corpo del reato o quantomeno rientra tra le cose pertinenti allo stesso per accertare i fatti.
Inoltre, come precisato da numerose sentenze della Cassazione, il reato di truffa potrebbe essere “aggravato” dalla minorata difesa della persona offesa. In questo caso, anche in mancanza di querela, il reato sarebbe procedibile d’ufficio, così come previsto dall’art. 640 del codice penale.
Truffa dello specchietto: come difendersi?
Ora che sapete tutto su come avviene la truffa dello specchietto non avrete sicuramente problemi a difendervi e magari diffondere questa nuova metodologia di truffa automobilistica ai vostri amici, onde evitare che possano cascarci. Soprattutto se siete in contatto con abitanti di Roma e Milano (principali città dove la truffa è molto diffusa) soliti alla guida in strade trafficate, cercate di informarli.
Per difendersi dalla truffa dello specchietto, quando si sente puzza di bruciato, è vivamente consigliato rimanere chiusi in macchina e contattare il 112, magari riuscendo anche a prendere la targa della vettura del truffatore. Quest’ultimo, appena capirà di aver fallito il colpo, sarà il primo ad allontanarsi dal luogo del presunto incidente e la vittima non avrà nulla da temere.