Studiare in un’Università lontana da casa significa trasformarsi in studenti fuori sede, una condizione che costringe i giovani a pagare cifre a volte esagerate per prendere in affitto un appartamento o una stanza. I più fortunati possono spendere diverse centinaia di euro per vivere in un monolocale, mentre sono in molti (circa la metà degli studenti fuori sede) che si arrangiano e condividono l’abitazione con altri ragazzi. Un grosso problema purtroppo è rappresentato dagli affitti in nero.
Le città più care
La Repubblica e il Censis hanno realizzato la Grande Guida Università per l’anno accademico che sta per iniziare; nello studio sono indicati anche i costi medi degli affitti per un monolocale nelle principali città italiane. Il primo posto nella classifica delle città più care per gli studenti fuori sede spetta a Milano: in media servono 650 euro per l’affitto di un monolocale. Al secondo posto si piazza la Capitale: a Roma la spesa si aggira sui 600 euro. Firenze completa il podio (500 euro), seguita da Siena e Bologna (dove occorrono 500 euro al mese per la sistemazione).
Gli affitti più bassi a Trieste e Salerno
Ribaltando la classifica si possono individuare le città dove gli studenti fuori sede pagano gli affitti più bassi. Le città universitarie più accessibili risultano essere Trieste e Salerno, dove sono sufficienti 200 euro per trovare una sistemazione. Terzo posto per Messina (250 euro), seguita da Pavia (280 euro) e Padova (300 euro).
Studenti fuori sede tra affitti in nero e convivenza
Nonostante i costi spesso proibitivi, un’indagine di Skuola.net ha dimostrato che quasi il 60% degli studenti fuori sede preferisce trovare una sistemazione presso un appartamento privato rispetto ai collegi e alle residenze universitarie. In una situazione di questo tipo il fenomeno degli affitti in nero trova terreno fertile per allargarsi a dismisura: uno studente su sette che abita in un appartamento in affitto dichiara di non aver firmato un regolare contratto.
La soluzione più semplice e praticata dagli studenti fuori sede per limitare le spese è la convivenza: quasi la metà degli studenti fuori sede che hanno partecipato all’indagine dichiara di dividere la propria stanza con almeno un coinquilino; il 50% di essi vive in stanze doppie, ma ci sono anche quelli che abitano in una tripla (24%) o addirittura in una camera con tre o più coinquilini (16%). In questi casi la privacy è praticamente azzerata, ma il risparmio è assicurato.