Ha prestato servizio come docente dal 1968 al 2011, anno in cui è andata in pensione. La sua carriera d’insegnante l’ha passata da precaria, percependo lo stipendio base e, perciò, non riconosciuti gli scatti d’anzianità dovuti al tempo determinato.
Ma l‘insegnante non c’è stata ed ha presentato ricorso. Ricorso che ha vinto, visto che il giudice ha accolto la tesi del legale Salvatore Russo dell’ANIEF, riconoscendo come “il fondamento degli scatti di anzianità va principalmente ravvisato nel miglior apporto lavorativo che deriva dall’esperienza del lavoratore: e tale circostanza ricorre anche nel caso del lavoratore a tempo determinato assunto in forza di reiterati contratti”.
Infatti la docente, secondo il giudice, ha la “medesima progressione stipendiale spettante ai docenti di ruolo nel corrisponderle le differenze retributive così dovute, oltre interessi legali dal dì del dovuto fino al saldo”.
Marcello Pacifico, Presidente Nazionale ANIEF, ha espresso la sua felicità per la faccenda, dicendo che questa vicenda farà storia, che rende giustizia ai lavoratori precari e che l’ANIEF si è sempre opposto a qualunque tipo di discriminazione nei confronti dei lavoratori precari.
“Da quando esiste la Direttiva Comunitaria 1999/70/CE, questo abuso nella retribuzione dei precari non è più possibile: la Direttiva esclude in generale ed in termini chiarissimi qualsiasi disparità di trattamento nei confronti dei lavoratori a tempo determinato per quanto riguarda le condizioni di impiego e la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, interpellata sul punto, ha già chiarito che questo riguarda anche la retribuzione e il suo contenuto è sufficientemente preciso da essere applicato dal giudice nazionale disapplicando normativa interna o accordi contrattuali con essa contrastanti” ha continuato il Presidente Marcello Pacifico sul ricorso della docente pensionata.
Una bella storia che ha anche un bel finale: quello della giustizia che vince.