Scopriamo quali sono i vaccini obbligatori per i bambini secondo le norme aggiornate al 2017: calendario e tappe per la prevenzione contro le malattie più pericolose e quali sono gli effetti collaterali. In un periodo durante il quale si sono sovrapposti presunti casi di meningite e altri virus, ecco una guida completa per evitare che i propri figli siano completamente protetti dal punto di vista sanitario e soprattutto in norma con le regole di asili nido e attività integrative.
Quali sono i vaccini obbligatori aggiornati al 2017 da far fare ai bambini?
In questi ultimi giorni l’allarme meningite ha provocato un vero e proprio boom di richieste di vaccinazioni, solo in Lombardia sono state ben 7000 le richieste di prenotazione in 48 ore. I casi emersi nelle ultime due settimane hanno puntato i fari di milioni italiani su un argomento molto importante ma troppo spesso sottovalutato, quello dei vaccini. In Italia la legge prevede la somministrazione ai bambini di alcuni vaccini obbligatori i quali contrastano alcuni dei virus più pericolosi per gli infanti. I trattamenti di cui stiamo parlando sono l’antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e antiepatite B.
Oltre all’importante tappa dei richiami, in molti si chiedono la quantità di dose di vaccino idonea all’età del proprio figlio. Sono tre le fasce identificate come principali, ovvero: primi 6 mesi di vita, un anno e 18 mesi. Ciò che spesso non sanno i genitori è che non si tratta semplicemente di prevenzione interpretabile differente da ogni famiglia, se infatti alcuni vaccini sono reputati facoltativi, quelli di cui abbiamo parlato fino a questo momento sono considerati assolutamente obbligatori e necessari per la frequentazione di asili nido o attività ricreative.
Effetti collaterali, calendario e tutto ciò che c’è da sapere a riguardo
Proprio come anticipavamo in precedenza antipolio, l’antidifterica, l’antitetanica e antiepatite B sono dei vaccini considerati necessari per la partecipazione di un bambino ad asili nido e non solo: anche infatti servizi ricreativi e servizi integrativi al nido, pubblici o privati che siano, richiedono che l’infante abbia intrapreso questo importante percorso, fondamentale per una crescita sana. E’ necessario dunque presentare la certificazione di ogni vaccinazione a cui è stato sottoposto il bambino, documento rilasciato dalle Aziende Usl.
Quale è il calendario da tenere a mente? I bambini devono essere stati sottoposti ad almeno 1 dose nel caso abbiano 6 mesi di vita o meno, 2 dosi nel caso abbiano già compiuto un anno e tre invece entro i 18 mesi. E’ bene ricordare che il vaccino a distanza di 12-48 ore potrebbe turbare momentaneamente il bambino provocando reazioni fisiologiche come febbre non superiore a 39 °C, vomito, diarrea e così via. E’ importante monitorare la situazione del bambino per stabilire se gli “effetti collaterali” si limitino a questi lievi disturbi e terminino entro appunto qualche giorno, in caso contrario è necessario rivolgersi al pediatra per analizzare la questione e scoprire subito se qualcosa non va.