La NATO è stata creata nel 1949 per contrastare l’espansione dell’ex URSS in Europa. Al termine della Seconda Guerra Mondiale, il vecchio continente veniva diviso tra le nazioni vincitrici. L’Europa dell’Ovest andò sotto l’influenza degli Stati Uniti, Gran Bretagna e, marginalmente della Francia, e l’Europa dell’Est all’Unione Sovietica. Fino al 1989, data fatidica con la Caduta del Muro di Berlino e la seguente crisi dello Stato Sovietico, i popoli dell’Europa erano rimasti divisi. Una triste storia per l’umanità che riaffiora con l’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina. A Vilnius, la Nato si è riunita per porre rimedio.
E’ un pericolo concreto. Situazione già vista con l’invasione russa dell’Ungheria nel 1956 e della Cecoslovacchia del 1968. La fortuna di molti paesi dell’ex Patto di Varsavia, l’alleanza militare voluta da Mosca nel 1955 per contrastare la Nato, è stata la prontezza per liberarsi del giogo dell’URSS. La riunificazione della Germania e l’implosione del mondo sovietico videro scomparire la cosiddetta detta cortina di ferro, e permise a queste nazioni, di aderire all’Organizzazione del Trattato Atlantico del Nord, tradotto dall’inglese North Atlantic Treaty Organization, chiamata con l’acronimo NATO e dal francese Organisation du Traité de l’Atlantique Nord, in OTAN.
L’unico Stato dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche in dissoluzione rimasto scoperto della protezione della Nato e dell’Unione Europea, purtroppo, è stata proprio l’Ucraina. Dal febbraio 2022 ne vediamo le conseguenze. Il pericolo russo ha spinto nazioni come la Finlandia e la Svezia ha formalizzare la domanda di adesione all’Alleanza Atlantica. Al vertice NATO del 11 e 12 luglio 2023, tenutosi nella capitale della Lituania, Vilnius, si parlato anche dell’ingresso dei due nuovi membri. Vediamo in sintesi gli argomenti trattati e le decisioni prese:
- Ingresso della Finlandia. Nel passato ha avuto a che fare con l’espansionismo dell’Impero Zarista prima, e poi dell’Urss. Non a caso la Finlandia è diventata, dopo anni di titubanza, nuovo membro della NATO. Da subito, ha rinforzato la linea di confine con la Federazione Russa;
- Ingresso della Svezia. Come da regolamento, l’ingresso nell’Alleanza deve essere votato a maggioranza assoluta dei paesi membri. La Turchia, alleato importante per la Nato, ha osteggiato l’ingresso della Svezia poiché aveva tutelato i dissidenti politici turchi, da sempre considerati dei terroristi da Ankara. Nei mesi successivi al vertice di Vilnius, Turchia e Svezia hanno trovato un accordo definitivo. Ora, il paese scandinavo rappresenta il trentaduesimo membro della Nato;
- La politica della porta aperta – Open Doors. Si è affermato che ogni nazione ha il diritto di appartenere all’alleanza militare di cui voler essere membro. Purtroppo, Mosca, adotta un metodo opposto. Intanto, sono in attesa le domande della Bosnia ed Erzegovina, della Georgia, della Moldova e dell’Ucraina. La fase burocratica e politica di adesione dipende dalla fattibilità del processo. Per l’Ucraina si dovrà aspettare la fine della guerra;
- Consultazioni con paesi partner. Nella riunione si sono fissati gli accordi di collaborazione militare con paesi al di fuori della Nato. Oltre l’Ucraina, si sono uniti paesi dell’area indopacifica come l’Australia, il Giappone, la Nuova Zelanda, la Repubblica di Corea del Sud. Inoltre, hanno partecipato, nelle due giornate di consultazione, il Presidente del Consiglio Europeo e il Presidente della Commissione Europea;
- Impegno per la difesa collettiva: E’ stato ribadito l’applicazione dell’articolo 5 dello statuto dell’Alleanza in caso di aggressione militare da parte di una nazione nemica. L’articolo 5 del Trattato di Washington è il principio fondante dell’Alleanza Atlantica, e dice: “le nazioni della Nato concordano che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o in Nord America, sarà considerato un attacco contro tutte”.
La guerra in Ucraina, un conflitto alle porte dell’Europa, ha rafforzato un’alleanza militare di cui l’Occidente, da qualche decennio, non ne sentiva l’esigenza. Nazioni come la Polonia ed l’Estonia hanno costruito, per esempio, una linea difensiva con la Russia, come tutte le nazioni a contatto la Federazione Russa. Sono ricomparsi, purtroppo, i bunker in Europa. Rassicurante è stata la dichiarazione di Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio Italiano, al recente vertice a Washington: “la Nato ha la capacità di adattarsi a un mondo che sta cambiando”.