Stabilire l’età di un cane e fare un raffronto con quella degli esseri umani è impresa complicata quanto, tutto sommato, inutile: esistono varie credenze più o meno fondate, come per esempio che un anno di vita di un cane equivalga a sette o cinque anni della vita di un uomo, ma in realtà i fattori che determinano la crescita e l’invecchiamento dei nostri amici a quattro zampe sono molteplici e variano soprattutto in base alla razza dell’animale, alla taglia, alle malattie genetiche presenti nell’albero genealogico, agli incroci con prossimità parentale all’interno della sua genealogia. In ogni caso, in questo articolo cercheremo di capire insieme quanto vive in media un cane secondo le statistiche.
Vita media di un cane di razza piccola, grande e media
Come abbiamo detto, è una “leggenda metropolitana” quella che fa corrispondere un anno di età umana a sette anni di vita canina: la scienza veterinaria ha smentito questa diceria più volte e oggi sappiamo che esistono strumenti e modi più accurati per determinare l’età del miglior amico dell’uomo.
Ad influire sull’età e longevità di un cane non è solo l’effettivo trascorrere del tempo ma anche fattori fisiologici legati in prima istanza alla razza d’appartenenza: in linea generale, maggiore è la stazza dell’animale, più precoce è il suo invecchiamento e dunque più bassa la sua aspettativa di vita. Allo stesso modo, è stato appurato scientificamente che i cani di razza pura, discendenti quindi da generazioni di esemplari sottoposti a selezione genetica, sono meno resistenti e quindi meno longevi rispetto ai cani meticci, che evidentemente hanno un patrimonio genetico più variegato che li rende “duri a morire”.
Sono state numerose, in tempi recenti, le ricerche condotte da centri e istituti specializzati mirate a scoprire se la vita media dei cani sia aumentata nel corso degli ultimi decenni: studi scientifici corroborati dalla raccolta di dati statistici hanno quindi effettivamente dimostrato che oggi la vita media di un cane è di circa 12-13 anni e quindi si è allungata rispetto a non troppi anni fa. Ciò è dovuto in primo luogo alla maggiore cura che si presta a questi animali, divenuti a tutti gli effetti domestici e da compagnia – mentre in un passato non molto lontano erano impiegati principalmente come bestie da lavoro e fatica in campagna e montagna – , e dunque a migliorate condizioni di vita e di nutrizione, tenendo conto anche del fatto che è prassi diffusa sottoporre I propri animali a check-up veterinari periodici per salvaguardarne la salute.
In generale, come abbiamo visto, i meticci vivono più a lungo rispetto ai cani di razza pura e i cani di piccola taglia tendono a sopravvivere alcuni anni in più rispetto agli esemplari di taglia grande. In particolare, pare che la razza in assoluto più longeva sia il Chihuahua, che riesce normalmente a superare i 15 anni d’età e arriva non di rado a spegnere 20 candeline. Si attesta invece intorno ai 17-18 anni la vita media del Barboncino e del Bassotto, così come dello Shih Tzu, del Volpino di Pomerania e dello Yorkshire. Questa panoramica conferma quanto abbiamo affermato all’inizio del paragrafo: i cani piccolo “resistono” più a lungo! Gli esemplari delle razze passate in rassegna, infatti, hanno un peso che si aggira in media tra i 4 ed i 6 chili. Le ragioni della maggiore longevità del cani piccoli non sono ancora state indagate in profondità però è un dato incontrovertibile ed osservabile che gli esemplari di taglia grande vivano meno e siano afflitti molto più frequentemente rispetto ai “colleghi” più piccoli da malattie osteoarticolari e da patologie di natura cardiaca.
Il Pastore Tedesco, ad esempio, ha una vita media di circa 12-13 anni, così come il Golden Retriever e il Labrador. Esemplari di razze ancora più mastodontiche, come l’Alano, il Terranova, il San Bernardo o il Bovaro del Bernese hanno una vita media ancor più breve, che raramente supera i 9-10 anni e sono, per altro, sovente esposti a malattie genetiche ed in generale non godono di salute ferrea.
I cani di taglia media, invece, come il Cocker, il Chow Chow e il Beagle, si assestano a metà via tra le razze “mignon” e quelle “extra large”, con una vita media di 14-15 anni ma non è insolito che questi animali possano raggiungere e addirittura superare i 20 anni. Proprio in questa categoria rientrano, infatti, tre esempi di longevità canina da record: il Pastore Australiano Bluey, che arrivò a compiere 29 anni (nato nel 1910, morì nel 1939), e, a dargli filo da torcere, il quattro zampe giapponese Pusuke, incrociato con uno Shiba, che raggiunse 26 anni e 9 mesi di vita. Lo scorso anno è morto, invece, il cane considerato più vecchio al mondo: il Pastore Australiano Maggie, che aveva 30 anni ed era dunque nata nel 1988.
Longevità di un cane di razza pura o meticcio: quanto vivono in media?
Infine, come già abbiamo ricordato, i meticci battono grandemente le razze pure quando si parla di aspettativa di vita: ovviamente, le variabili in gioco che vanno a determinare quest’evidenza sono numerose, e non va mai dimenticato che anche fattori esogeni come l’attività fisica, l’alimentazione, l’attenzione e cura rivolta dal padrone all’animale nonché l’insorgere o meno di malattie genetiche o di altro tipo hanno un incidenza fondamentale sulla longevità di un cane.
Possiamo però affermare che i cani di razza pura sono più “fragili”, dal punto di vista dell’esposizione a malattie, perché frutto di selezione controllata, pratica che implica spesso l’accoppiamento e l’incrocio fra esemplari di razze imparentate. Proprio come accade per gli esser umani, un alto tasso di consanguineità tra gli esemplari di una razza porta al manifestarsi più frequente di malattie genetiche, come per esempio la displasia all’anca, che affligge in particolare i Pastori Tedeschi. I cani meticci, al contrario, sono il “prodotto” di un incrocio di geni più libero e casuale in cui poco è lo spazio “genetico” per malattie ereditarie: questo fa sì che i meticci siano più sani, si ammalino con più difficoltà e abbiano dunque una vita tendenzialmente più lunga rispetto ai cani dotati di pedigree.
Ovviamente, sottoporre il proprio cane con regolarità a visite veterinarie ed approfondire eventuali criticità legate al suo stato di salute mediante gli strumenti diagnostici di cui oggi siamo in possesso è una buona pratica che permette di prevenire ed intervenire sulle patologie, con apposite terapie farmacologiche o interventi chirurgici. In ogni caso, la maggior parte dei cani “anziani” muore naturalmente, con patologie legate alla vecchiaia, come l’insufficienza cardiaca o renale e, purtroppo, non sono rari i tumori.