Intervista a Rani Marrakech, giovane tassista di San’a’, la capitale dello Yemen.
Questa intervista, realizzata dal nostro Piotr Zygulski a un giovane ragazzo dello Yemen, conosciuto visitando un sito web per imparare l’arabo, è importantissima e ne consigliamo la lettura a tutti. Non certo per condividere tutto ciò che afferma, anzi molte delle cose che dice potranno sembrare a molti assurde. Ma proprio per questo è importante leggerla. Perché è necessario conoscere in fondo l’altro per comprenderlo, non accettarlo. E solo dalla comprensione potremo sperare in un mondo non dilaniato dalle guerre e dalle aggressioni, ma dalla giustizia e la solidarietà. La Redazione
Lo Yemen è spesso considerato uno dei paesi più belli del mondo arabo, ma purtroppo allo stesso tempo è il più povero. È così dura la vita in Yemen? Come vivono i giovani in Yemen?
Hai ragione, lo Yemen è una delle nazioni più antiche e più belle del mondo arabo e dell’Asia. La maggior parte degli arabi, in particolar modo quelli dei paesi del Golfo, proviene dallo Yemen. Ad esempio, Zayd bin Sultan Al Nahyan, il vecchio presidente degli Emirati Arabi Uniti, aveva origini yemenite e ha aiutato molto quella che lui considerava la madrepatria. Riguardo la vita nello Yemen è così dura che nessuno può neppure immaginare. Questo perché il governo protegge le solite persone famose e si scorda della gente normale e se qualcuno si azzarda a combattere per i propri diritti nessuno risponde. I giovani costituiscono il problema principale nello Yemen perché essi non riescono a trovare l’aiuto da parte del governo, ecco perché molti di loro fanno lavori umili e altri stanno a casa mantenuti dalle loro famiglie: il governo non può e non vuole aiutarli.
Sei mai stato all’estero? Dove? Ti vorresti trasferire in un altro paese?
Sì, sono stato in Turchia e a Cipro, con i miei genitori, quando ero ancora un bambino. Sì, mi piacerebbe trasferirmi in una nazione europea, stavo per andare in Finlandia e in Germania ma purtroppo non ho potuto.
Lo scorso anno hai visto una guerra civile nella tua città. Puoi dirci come hai vissuto questo periodo difficile?
Sinceramente non ho avuto paura. Ero solamente preoccupato. Preoccupato per la mia famiglia, specialmente mia madre e le mie sorelle, che erano sempre terrorizzate, perché la guerra civile era vicino alla nostra zona e avrebbero potuto far saltare in aria la nostra casa da un momento all’altro. È stato un periodaccio, ma Alhamdulillah – grazie a Dio – è finito bene.
Cosa ne pensi del modo di vivere e della cultura dello Yemen? Puoi dirci alcuni aspetti che non ti piacciono ed altri che invece ti piacciono? Ad esempio, raccontavi che le donne e gli uomini sono spesso separati ed è piuttosto difficile per un ragazzo parlare con una sua coetanea o abbracciarla.
La civiltà dello Yemen è tra le più antiche del mondo e sono molto orgoglioso dello stile di vita che qui è semplice e simile a quello di tanti altri paesi arabi. Mi piace tutto qui, non c’è nulla di odioso, eccetto alcune persone che stanno provando a distruggere l’immagine della nostra nazione, trasformandola in una delle più povere e rendendo tutto difficile. L’unica cosa che non mi piace è che nelle nostre zone non c’è sviluppo come negli altri paesi. Tutto qua. Sui ragazzi e le ragazze … qua ci sono sempre stati limiti nelle relazioni, perché per motivi religiosi un ragazzo non può toccare una ragazza, a meno che non sia la propria moglie, madre, sorella, nipote o zia. Questo perché è vietata la relazione nell’Islam e anche la cultura e nella tradizione yemenita è altrettanto chiusa. Ad ogni modo nello Yemen prima viene la religione e poi la tradizione. Voglio dire, un ragazzo non può toccare una ragazza, mai, e possono parlarsi solo in modo rispettoso. Tutto qua.
Quanto è importante l’Islam per chi vive in Yemen e per te? Cosa ne pensi delle altre fedi? È possibile anche per loro una salvezza?
L’Islam è tutto per me e per tutti i musulmani del mondo intero. Siamo tutti pronti a morire per l’Islam. Lo abbiamo imparato sin da quando siamo nati. L’Islam è tutto per noi e non riesco a sopportare chiunque voglia dire anche una sola brutta parola contro l’Islam, perché è la nostra anima e quello per cui viviamo. Rispetto i cristiani, perché credono in Dio – Allah – non siamo d’accordo solamente su alcuni punti, ma quando parlo con alcuni fratelli cristiani sulla religione e non andiamo d’accordo … allora terminiamo di parlare di parlare, perché l’Islam insegna che tu hai la tua religione e io ho la mia. Ciò significa che non posso forzarti, tu hai la tua e io ho la mia.
Tu hai Internet. Puoi dirti un privilegiato oppure Internet è diffuso tra la gente dello Yemen? Pensi che internet migliori o peggiori le nostre vite?
In realtà, negli ultimi due anni Internet qui si è diffuso moltissimo e la maggior parte delle persone ha l’accesso alla rete da casa. Non è più così difficile. Alcuni lo usano in modo corretto, altri lo usano per buttare via il proprio tempo, ma penso che la maggior parte di loro sprechi tempo in molti modi, non solo su Internet. La cosa importante non è il mezzo, ma l’uso che la persona fa di Internet, che può rendere la sua vita buona o cattiva.
Sebbene “occidentale” sia un termine vago, cosa pensano gli abitanti dello Yemen della cultura occidentale? Puoi dirci alcuni aspetti che ti piacciono e altri che non ti piacciono?
Quella occidentale è una grande cultura, l’ho imparato dalla televisione, specialmente quella di vecchi paesi come l’Austria, la Russia, l’Italia, la Spagna, ecc. Ma gli Yemeniti hanno una pessima opinione della cultura e degli occidentali, perché la maggior parte di loro non li ha mai conosciuti, sanno solo che si tratta di persone moderne e aperte mentalmente. Perché, secondo loro, gli europei ritengono tutto lecito, fregandosene della religione. Ad esempio, baciare una ragazza o dormire con lei prima del matrimonio. Ma non penso che la cultura occidentale sia superiore o inferiore a quella araba o yemenita. Mi piace lo stile di vita degli europei, hanno un bel modo di guardare al futuro, ma non gradisco alcuni modi di fare, anche se ora non me li ricordo tutti. Ad esempio quando i giovani lasciano presto casa e iniziano a vivere da soli a 18 anni, a mio parere è una cosa troppo difficile per loro. So che può essere bello ma è anche dura. Specialmente per le ragazze, perché quando raggiungono la maggiore età non possono essere più controllate da nessuno, in particolare dai genitori. Le ragazze non possono essere responsabili a quell’età e il fatto di avere figli al di fuori del matrimonio, se l’uomo non li riconosce, gli può creare numerosi problemi. Questo, infatti, costringe i propri figli a crescere senza padre e le obbliga a lavorare pesantemente per permettere loro di avere una vita dignitosa. Con i genitori, invece, una giovane ha modo di capire e di decidere meglio ciò che è più o meno opportuno fare; da sola, invece, tutto ciò può diventare più difficile, perché tutte le ragazze seguono il proprio cuore, mentre con i propri genitori la decisione sarebbe più saggia.
Secondo te, è meglio che la religione la politica siano separate oppure connesse? In particolar modo in Europa, sono in molti a pensare che la religione sia una scelta privata e che essa non debba intervenire negli affari civili, quali l’aborto, il divorzio, o altri. Questo processo, chiamato “secolarismo”, è molto meno diffuso nei paesi arabi, non è vero?
Secondo me dovrebbero essere connesse perché la religione è paradisiaca e Dio – Allah – dice sempre la verità e ci ha donato le religioni per guidarci sulla retta via. E sono sicuro che se seguissimo la religione la nostra vita sarebbe migliore, per gli arabi e per gli europei. L’Europa trascura la religione, non conosco il motivo, forse perché la prende come un’opzione facoltativa e, anche se viene scelta, chi lo fa spesso non crede che essa lo aiuterà concretamente. A dire il vero non so molto di questo argomento e di quale sia il rapporto degli europei con la religione. Preferirei non dire altro perché forse mi sbaglio.
Hai appreso la notizia dell’elezione del nuovo papa cattolico Francesco? Il suo nome richiama quello di San Francesco di Assisi. Il santo proveniva da una famiglia benestante, ma decise di trascorrere il resto della sua vita in povertà in mezzo ai poveri, pregando e ringraziando Dio per tutte le cose naturali che Lui ha creato. San Francesco è stato anche un profeta di pace. Ai tempi delle crociate tra i cristiani e i musulmani, egli si recò in Terra Santa per cercare un accordo di pace con il sultano Al-Kamil. Pensi che Papa Francesco aiuterà a migliorare le relazioni tra Cristianesimo e Islam?
Ne ho sentito parlare ma, anche su questo tema, non ho molte informazioni precise. A dire il vero le relazioni tra Cristianesimo e Islam sono già buone, anche se talvolta ci sono problemi, perché taluni ritengono che i musulmani siano tutti terroristi e che la pensino tutti allo stesso modo, che vogliano fare la guerra … Spero solamente che il Cristianesimo e l’Islam si comportino da fratelli, presto, e spero che Papa Francesco prenda una nuova strada di pace per tutti noi.
Nei paesi “occidentali”, Italia compresa, ci sono moltissimi stereotipi, incomprensioni e pregiudizi contro il Medio Oriente. Spesso il luogo comune è arabo = musulmano = terrorista. Molti distinguono tra i musulmani moderati e i musulmani fondamentalisti. È possibile tale divisione? Qual è la tua opinione circa le guerre e gli odi presenti nel Medio Oriente? Secondo te, come potrebbe essere raggiunta finalmente una pace giusta?
Sì, ti ho detto che il mondo intero dice che gli arabi e i musulmani sono terroristi. Non è vero, ci sono molte persone che sono veri musulmani e che praticano l’Islam perfettamente e altri che, invece, pretendono di essere musulmani … I conflitti mediorientali sono dovuti al fatto che i vari capi di stato hanno sempre cercato soltanto di accumulare ricchezze, dimenticandosi della propria gente che ha bisogno di una vita dignitosa e di un’esistenza pacifica. Hanno pensato soltanto a come mantenere il proprio potere, come dei re, non come dei presidenti. A mio avviso la pace per tutti noi potrà venire praticando ciascuno la nostra religione nel modo giusto e rendendo Allah – Dio – orgoglioso di noi.
Se vuoi approfondire maggiormente i temi contenuti in quest’articolo ti consigliamo:
Questa intervista è stata condotta in lingua inglese e successivamente è stata tradotta in italiano dal sottoscritto.
In sede di commento estemporaneo all’iniziativa di Piotr dico che mi piace molto l’idea di dare voce a chi non ha voce, simpatizzo e rilevo la semplicità e la modestia di quel ragazzo, la sua osservata e consapevole ignoranza, ho apprezzato particolarmente come emerge in filigrana il tema del pregiudizio culturale etnocentrico e le domande mi sembrano azzeccate. Pur essendo conciso e tutto sommato non d’impatto, l’ho trovata scorrevolmente fruibile e genuina. Continua così ! E complimenti a tutta la redazione, con la quale, spero, al più presto di iniziare a collaborare! 😉
Benissimo Luigi. Ti ringraziamo e ti aspettiamo 🙂